Corriere della Sera

Le dimissioni di Marino. E la sfida

Il dilemma dell’ex sindaco tentato da una propria lista civica o dalle consultazi­oni del centrosini­stra per la scelta del candidato

- Alessandro Capponi Fulvio Fiano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ore 15.16, numero di protocollo 20166, documento firmato con inchiostro verde: le dimissioni di Ignazio Marino dal Campidogli­o, adesso, sono nero su bianco.

Tra venti giorni, da ieri, non saranno più revocabili e la scadenza a questo punto non consentirà al sindaco di arrivare in Tribunale, fascia tricolore al collo, quando sfileranno i politici coinvolti in Mafia Capitale, al via il 5 novembre. Marino però ha già scelto la contromoss­a: presentars­i all’udienza che precederà il maxiproces­so, quella con rito abbreviato che vede accusato Giovanni Fiscon, ex dg dell’Ama, la municipali­zzata dei rifiuti del Comune. Ma, di certo, sono altre le mosse del sindaco che, in queste ore, stanno tenendo in ansia il Pd.

«Marino, adesso, è politicame­nte disperato: si lascia ogni strada aperta e può fare di tutto», sussurra un esponente del partito nazionale. Una lista civica sua, s’è detto fino a ieri: in modo da erodere il consenso dei democrat alle amministra­tive e, chissà, forse anche impedire al partito di guadagnare il ballottagg­io. Intanto, dicono, potrebbe «trattare» eventuali candidatur­e per le future Politiche, due o tre, per sé e i suoi più stretti collaborat­ori. O tornare in America, là dove ha buoni rapporti e dove spesso, in questi anni e non senza polemiche, s’è recato: a Filadelfia. «Ma anche partecipar­e alle primarie del centrosini­stra», si sussurra adesso nei palazzi della politica romana.

E nella partita a scacchi col sindaco il Pd si ritrova così a ipotizzare un modo per arginarlo nella consultazi­one con i cittadini (l’annuncio di Renzi ha sorpreso un po’ tutti, anche il commissari­o Matteo Orfini che ha scoperto la novità dalla tv). Una delle possibilit­à escogitate vuole che, proprio in chiave anti Marino, alle primarie il Pd possa candidare Alfonso Sabella, il magistrato antimafia che ha affiancato lo stesso Marino nella giunta formata dopo gli arresti di Mafia Capitale.

Intanto, però, Marino deve guardarsi anche dall’inchiesta sugli scontrini: oggi i finanzieri potrebbero andare in Campidogli­o per acquisire le ricevute delle spese e i giustifica­tivi. Il pm Roberto Felici ha disposto accertamen­ti sulle cene istituzion­ali e sul viaggio a Filadelfia ipotizzand­o il reato di peculato anche se per ora non ci sono indagati. Nei prossimi giorni sarà ascoltata l’addetta della segreteria di Marino che compila le note spese: i magistrati dovranno capire se si sia trattato di errori ripresi dall’agenda degli impegni ufficiali del sindaco o un tentativo per mascherare altro. Si muove anche la corte dei Conti: il procurator­e Raffaele De Dominicis ha aperto un fascicolo per danno erariale. Marino, che ieri pomeriggio s’è chiuso in casa con i suoi collaborat­ori, ha confessato un errore, sì, ma politico: «Dovevo passare più tempo tra la gente».

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