Federchimica inizia domani il confronto, poi toccherà a Federalimentare
scelta da Viale dell’Astronomia. Al di là delle opinioni però è bene attenersi ai fatti. Domani a Roma le delegazioni del padronato chimico e dei sindacati di categoria si troveranno di fronte e il rito prevede un primo esame congiunto della piattaforma sindacale. La storia delle relazioni sindacali “chimiche” è di grande collaborazione, ai tempi in cui il presidente era proprio Squinzi e anche con il suo successore Cesare Puccioni. L’ultima volta il contratto fu firmato nel tempo record di 5 giorni senza che i sindacati avessero il tempo di stampare un volantino. Stavolta è difficile fare pronostici anche perché gli industriali sostengono di essere in credito, ovvero di aver erogato salario che in tempo di inflazione ai minimi non avrebbero dovuto sborsare. Toccherà ai sindacati decidere: riconoscere il “credito” pur di chiudere il contratto spiazzando Squinzi oppure opporsi duramente e ricompattare al millimetro Federchimica e Confindustria. Qualcosa del genere capita anche con gli alimentaristi. Anche qui non ci sono tradizioni di grande conflittualità ma i sindacati di categoria al primo incontro hanno fatto un errore tattico, hanno chiesto alla controparte di disconoscere di fatto il Jobs act finendo così per irrigidire tutto. Il negoziato riprenderà il 26 e 29 ottobre ma anche su questo tavolo si riporrà il rebus salari erogatiinflazione, un differenziale che Federalimentare stima in 3 punti percentuali. Il contratto scade a fine novembre e quindi non c’è fretta e in più vige una clausola che vieta fino al 31 dicembre di indire scioperi, una norma che tranquillizza le aziende legate alla stagionalità natalizia. Mentre iniziano le due partite a scacchi la Confindustria ostenta sicurezza. Tra pochi giorni Squinzi farà conoscere il suo vademecum per le nuove relazioni industriali e non ha dubbi che le categorie lo facciano proprio.