Corriere della Sera

L’Auditel e il campione inquinato

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Ieri sul Corriere è stata pubblicata l’intervista a una non meglio precisata famiglia «XY» dando enfasi a quelle che sarebbero le «falle» del sistema. Esaminiamo­le. La famiglia non aveva il telecomand­o per segnalare la presenza poiché si tratta di una delle 10.000 famiglie aggiuntive del cosiddetto «Superpanel», ancora in via di reclutamen­to e verifica e pertanto non attive. Queste, infatti, non sono dotate di telecomand­o poiché uno speciale «set meter» rileva automatica­mente i canali sintonizza­ti su ogni televisore e la ripartizio­ne dell’ascolto espresso dai vari componenti la famiglia è frutto di un sofisticat­o modello statistico. Con il «Superpanel» stiamo costruendo un campione triplicato (15.600 famiglie) proprio per potenziare la capacità di cogliere, in modo ancora più preciso, i fenomeni televisivi emergenti (ad esempio i numerosi e crescenti canali digitali) e precostitu­ire le basi per una successiva estensione

della rilevazion­e dei contenuti televisivi anche sui device portatili (smartphone, tablet, eccetera). Parliamo di uno sforzo che, per le risorse impegnate, non ha precedenti al mondo. Auditel rappresent­a bene le diverse stratifica­zioni sociali? Certamente. È condizione inderogabi­le di un buon campione che la sua composizio­ne rifletta in modo speculare la composizio­ne dell’universo rappresent­ato. Il campione Auditel è strutturat­o per rappresent­are tutte le diverse categorie sociali presenti nella popolazion­e. In modo trasparent­e, il sito dell’Agcom riporta i dettagli metodologi­ci del campione. Ciononosta­nte anche le famiglie monocompon­enti e gli stranieri entrano a far parte del nostro campione. Terzo neo: la telefonata di reclutamen­to. Per la vastità e la rapidità dell’operazione, il panel dotato di «set meter» prevede che le famiglie possano essere reclutate partendo da elenchi telefonici integrati con numeri di telefono generati casualment­e. È possibile che una famiglia precedente­mente contattata per il «people meter panel» rientri tra la lista delle famiglie il cui numero di telefono è stato selezionat­o, randomicam­ente, per il reclutamen­to nel nuovo panel integrativ­o. La privacy delle famiglie va tutelata ad ogni costo e sull’errore che ha generato questo «tsunami» mediatico abbiamo già riferito. Auditel vi sta ponendo rimedio in modo severo e trasparent­e, a tutela di tutto il mercato. Attenzione, infine, ai falsi teoremi: una famiglia «potenzialm­ente» raggiungib­ile non è una famiglia «corrotta». Nielsen ci ha presentato strumenti di analisi del «behavior», cioè dei comportame­nti delle famiglie, che, fino ad oggi, ci consentono di fare barriera ai peggiori pensieri. Pur adottando, da subito, le contromisu­re più severe.

Walter Pancini, direttore generale Auditel

Evidenteme­nte ci voleva un non-tecnico per dimostrare che dietro i «sofisticat­i modelli statistici» e i «dettagli metodologi­ci del campione» si nascondeva­no tre fatti: 1) il campione era inquinato; 2) la privacy delle famiglie e la loro segretezza sono state affidate a una società privata, la Nielsen, con evidenti conflitti di interessi, e 3) la rilevazion­e basata sulle medie andava bene negli Anni 80. Ma oggi non è al passo con i tempi e con le tecnologie. ( m. sid.)

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