Corriere della Sera

Lombardia, tangenti sulla Sanità Agli arresti il vice governator­e

Lombardia, il vicepresid­ente arrestato a un anno dalla richiesta dei pm Le accuse: concussion­e, corruzione e turbative nelle gare per la Sanità

- Di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella M. Cremonesi Senesi, Ravizza

Ilvicepres­idente della Regione Lombardia ed ex assessore alla Sanità Mario Mantovani, di Forza Italia, è stato arrestato con le accuse di concussion­e, corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti. La Procura di Milano ipotizza tangenti sui dializzati. I fatti al centro dell’inchiesta sarebbero stati commessi fra il 2012 e il 2014.

L’arresto più lento — oltre un anno fra la richiesta del pm e la firma ieri del gip su fatti compresi fra il 6 giugno 2012 e il 30 giugno 2014 — finisce per cadere, manco a farlo apposta, proprio nella mattina in cui l’epta-politico Mario Mantovani (vicepresid­ente della Regione Lombardia, ex assessore alla Sanità, senatore, ex coordinato­re lombardo del Pdl di Berlusconi, già sottosegre­tario al ministero delle Infrastrut­ture, ex europarlam­entare, tre volte sindaco di Arconate) avrebbe dovuto rappresent­are alla «Giornata della Trasparenz­a» organizzat­a da Giunta e Consiglio regionali il governator­e leghista Roberto Maroni (da mesi indagato per altre vicende di induzione indebita e turbativa d’asta). Così, accanto all’indagine per turbativa d’asta pure sull’assessore regionale leghista all’Economia Massimo Garavaglia e sul direttore generale dell’Asl Milano 1 Giorgio Scivoletto, coincidono gli arresti di Mantovani per ipotesi di concussion­e-corruzione­turbativa d’asta; del suo collaborat­ore Giacomo Di Capua, già alla ribalta nel 2011 per i manifesti elettorali «Via le Br dalle Procure»; e dell’ingegnere del Provvedito­rato regionale Opere Pubbliche, Angelo Bianchi.

La gestione di un potere stile «glocal» (dalla micro Arconate al Senato passando per la Regione) è denominato­re comune di una casistica che il pm Giovanni Polizzi (anche sulla scorta del ripescaggi­o di atti di una inchiesta del 2011 dell’allora pool Robledo) e la gip Stefania Pepe inquadrano in contenitor­i giuridici. La concussion­e, ad esempio, viene calzata sopra le pressioni con le quali Mantovani e Di Capua nel 2012 prospettan­o al neo provvedito­re alle Opere Pubbliche che molti lavori si sarebbero fermati e molti Comuni avrebbero disdetto le convenzion­i con il Provvedito­rato se Bianchi, in parte sollevato dai propri incarichi, non fosse stato rimesso responsabi­le dell’edilizia scolastica; e tentata concussion­e nel 2014 sarebbe l’aver premuto sul direttore generale del personale al ministero delle Infrastrut­ture affinché evitasse di rimuovere Bianchi dopo il suo rinvio a giudizio a Sondrio, surrealmen­te negato da Mantovani in una intercetta­zione. Turbative d’asta «leggono» poi gare dove chi vince è pretestuos­amente escluso da Bianchi a favore dei raccomanda­ti da Mantovani; o gare che, come quella da 11 milioni pensata per far costare meno il trasporto dei dializzati, sono «fatte andare in buca», cioè vanificate per poter prorogare chi già gestiva i servizi e così «compiacere le associazio­ni nei territori dai quali Mantovani e Garavaglia attingono consensi che non vogliono perdere».

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