Le unioni civili arrivano in Aula Il Pd va avanti senza i centristi
Testo incardinato al Senato, no Ncd. Sette forzisti contro la «stepchild adoption»
Lo scontro nella maggioranza per la legge sulle unioni civili omosessuali è andato avanti fino alle otto di sera. I senatori di Ncd non hanno voluto accettare il calendario fissato dalla riunione dei capigruppo, ovvero quello che aveva deciso di portare oggi in Aula il disegno di legge.
I centristi Carlo Giovanardi e Renato Schifani hanno chiesto di mettere ai voti un rinvio del ddl, mentre il collega Maurizio Sacconi avrebbe voluto mettere ai voti il rinvio del testo in Commissione: il presidente di turno, il leghista Roberto Calderoli, ha ritenuto la proposta irricevibile. Nulla da fare. Alle otto di ieri sera l’aula di Palazzo Madama ha confermato che oggi ci sarà quello che in termini tecnici viene chiamato «incardinamento» della legge sulle unioni civili: è la prima volta che avviene nel nostro Paese da quando è cominciato il dibattito sul tema.
Tutti gli altri tentativi legislativi per conferire diritti alle coppie omosessuali si erano sempre fermati molti passi legislativi indietro. Ricordiamo i Pacs, i Dico, i Di.Do.Re. E chissà più come era stato chiamato il primo testo su questo tema, depositato in Parlamento ormai venticinque anni fa.
Mai ci si era tanto avvicinati al traguardo. Questa volta il premier Matteo Renzi è intervenuto per ben due volte in meno di ventiquattro ore a confermare l’importanza di questo provvedimento. E ieri è intervenuto anche il partito di Silvio Berlusconi a portar conforto a questa nuova legge. Michela Vittoria Brambilla, presidente azzurra della commissione bicamerale per l’Infanzia, lo ha detto chiaramente al Corriere: «Forza Italia chiede un nuovo istituto giuridico chiamato unioni civili ed è d’accordo anche sulla stepchild adoption, a completa tutela del minore. Questo è il pensiero del presidente Berlusconi».
La stepchild adoption, ovvero la possibilità del partner di adottare il figlio biologico del compagno, è il punto che sta dividendo gli animi all’interno della maggioranza e sul quale si sono concentrati ieri anche 7 senatori di Forza Italia (sui 43 da cui è formato il gruppo), che hanno preso le distanze dalle affermazioni di Michela Vittoria Brambilla con un documento. Una distanza secca: hanno ribadito la loro contrarietà ad una pratica — la stepchild adoption — che secondo loro spiana la strada all’utero in affitto. Per chi sostiene l’istituto, invece, questo provvedimento è a completa tutela del bambino e non ha nulla a che fare con la pratica dell’utero in affitto che nel nostro Paese è e resta illegale.
Tra i 7 senatori di Forza Italia contrari alla stepchild adoption, il capogruppo Paolo Romani, Lucio Malan e anche Maurizio Gasparri, che ieri è intervenuto nella seduta serale chiedendo all’Aula di cancellare completamente il disegno di legge delle unioni civili omosessuali dal calendario del Senato. Anche la sua richiesta è stata respinta.
Oggi il testo arriva in Aula. Senza relatore, come prevedono le norme, visto che sono stati saltati gli ultimi passaggi nella commissione Giustizia dove il disegno di legge era stato sommerso, nel maggio scorso, da oltre 4.000 emendamenti. Verrà incardinato, ma l’esame e la discussione sul testo sono rinviati a dopo l’approvazione della legge di Stabilità. Se tutto andasse liscio, potrebbe poi arrivare alla Camera i primi giorni del 2016.
Intanto però al voto già stasera potrebbe arrivare il ddl Boccadutri sul finanziamento ai partiti.
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