La vicenda
Con 179 sì — da Pd, Ap e Ala, il gruppo di Denis Verdini — ieri Palazzo Madama ha detto sì alla riforma costituzionale del Senato e del Titolo V. I no sono stati 16, 7 gli astenuti. Lega, M5S e Forza Italia sono usciti dall’Aula, Sel ha votato contro
Il testo deve ora tornare alla Camera, poi nuovamente al Senato e infine un’ultima volta alla Camera, come previsto dall’iter delle modifiche alla Costituzione
Nel 2016 la parola passerà ai cittadini: la riforma costituzionale del Senato e del Titolo V sarà sottoposta a referendum confermativo
Il dibattito chiuso ieri con il voto di Palazzo Madama è stato quello più aspro dal punto di vista politico: per settimane la minoranza pd si è opposta alle norme sull’elettività dei senatori, poi all’interno dei dem si è trovato un compromesso sulla scelta dei futuri membri del Senato alle Regionali
Sul ddl si è consumata anche la frattura in Forza Italia: a luglio, l’ex coordinatore Denis Verdini ha lasciato il partito con altri colleghi e ha costituito il gruppo Ala che ha sostenuto la riforma