Roma, le scelte di Renzi tra Comunali e Giubileo: «Farò un dream team»
La carta Marco Rettighieri di Expo per il commissario
«Anche questa volta i gufi sono stati sistemati » : Matteo Renzi sorride con i collaboratori alla notizia del risultato delle votazioni in Senato. Ha pure dimostrato che la riforma costituzionale è passata senza che i voti di Denis Verdini fossero determinanti: «Meglio di così non poteva andare. Abbiamo fatto un capolavoro, adesso sotto con la legge di Stabilità che lascerà il segno. Da oggi è chiaro che la legislatura finisce nel 2018, abbiamo due anni e mezzo per finire il lavoro».
Come è suo costume, il premier ha già la mente proiettata al futuro: «A me a questo punto interessa l’appuntamento referendario», spiega ai suoi. E aggiunge: «Quindi, dopo le altre letture parlamentari, avanti tutta sul referendum». Che, come è noto, in questo caso non ha bisogno del quorum. Renzi però punta a coinvolgere una platea elettorale la più vasta possibile, perché vuole intestarsi anche quest’altra vittoria.
E nel governo si riaffaccia la voglia di tenere insieme le elezioni amministrative e il referendum confermativo nella primavera del 2016. Ne hanno chiacchierato la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi e il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera Andrea Mazziotti.
Certo, c’è un problema di tempi che sono troppo stretti. Ma, sostiene Emanuele Fiano, capogruppo del Partito democratico nella Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, «l’obiettivo è praticabile».
Per ora l’ operazione (che servirebbe anche da traino alle amministrative, politicizzando il voto e permettendo a Renzi di fare in prima persona una campagna elettorale in grande stile) resta solo un desiderio, dal momento che alcuni costituzionalisti negano la fattibilità della cosa. E qualche esponente dell’opposizione,
I guai, per Ignazio Marino, non finiscono mai. Nel giorno in cui il sindaco dimissionario «ricompare» in giunta (dopo essere sparito tutto il giorno: era al lavoro fuori casa, in un posto segreto), è l’Oref — i Revisori dei conti del Comune — a dargli un altro «schiaffo» sulle sue note spese. L’organismo del Campidoglio, rispondendo al M5S, scrive: «Sono emerse diverse criticità: un elenco di spese non presenterebbe la caratteristica della stretta relazione istituzionale». L’Oref, in base «ai documenti ricevuti ed esaminati», evidenzia che «in taluni non sarebbero rispettati i principali requisiti di legittimità delle spese come prodotte», in altri «vi è la mancata maliziosamente, insinua che il vero obiettivo del governo sia quello di accorpare a ottobre il referendum con le elezioni a Roma, che, perciò, slitterebbero di qualche mese.
Desiderio irrealizzabile o meno, il fatto che si continui a parlare dell’accoppiata elettorale dimostra che il Pd non punta a una santa alleanza per le amministrative con Sel.
Il referendum, infatti, è un indicazione degli elementi necessari per qualificare tali spese come di rappresentanza, ossia l’indicazione dei commensali e l’indicazione dell’occasione istituzionale». Terzo punto «il noleggio auto con o senza conducente non sarebbe mai ammesso». Sulla vicenda, Silvia Pelliccia, dello staff mariniano, precisa: «Non ho mai avuto accesso al conto del Comune, ma solo a quello personale del sindaco. E non ho mai gestito le sue spese». In tutto, tra missioni e rappresentanza, 259 mila euro: circa 10 mila al mese. elemento divisivo. Per il partito di Vendola, come per il Pd, sarebbe strano fare campagna insieme per le elezioni e nel contempo scontrarsi sulla riforma costituzionale.
Ma quella di ieri, per il presidente del Consiglio, non è stata solo la giornata della «vittoria» del Senato. Il premier, ha continuato, come fa da qualche tempo in qua, a lavorare a ritmo serrato su Roma. Sia sul fronte dei lavori del Giubileo (ieri Renzi ne ha parlato a palazzo Chigi con Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Anti-corruzione), sia su quello del commissariamento dopo le dimissioni di Marino.
Il premier ha annunciato l’arrivo di un «dream team» per la Capitale. Ossia di un commissario (si fa il nome di Marco Rettighieri, delle Ferrovie dello Stato, l’uomo che ha rimesso in piedi la macchina organizzativa dell’Expo milanese dopo l’inchiesta giudiziaria e gli arresti) e di una squadra. E a questo proposito circola con insistenza un’indiscrezione accreditata pure da alcuni esponenti renziani: del «dream team» potrebbe fare parte Francesco Rutelli.
Assessore
Alfonso Sabella, 52 anni, esce dal Campidoglio dopo aver incontrato gli agenti della Guardia di Finanza. Già sostituto procuratore del pool antimafia, Ignazio Marino gli aveva affidato la delega alla Legalità