Corriere della Sera

Pirelli, a segno l’Opa di ChemChina Si avvicina l’addio a Piazza Affari

La holding Marco Polo sale all’87% del capitale della Bicocca. Malacalza consegna le azioni

- Federico De Rosa

L’opa sulla Pirelli fa (quasi) il tutto esaurito. Marco Polo, la società veicolo controllat­a da ChemChina e Camfin, ha raccolto il 70,608% delle azioni oggetto dell’offerta, pari al 54% del capitale, a cui va aggiunto il 33% che già deteneva arrivando così all’86,9%. Un soffio sotto la soglia del 90% che avrebbe permesso di avviare subito il delisting. Che ci sarà comunque. La soglia minima per il ritiro dal listino era stata fissata al 55%, ma l’operazione dovrebbe concluders­i con un en plein. In caso di adesioni superiori al 50% più un’azione è prevista infatti la riapertura dell’offerta per cinque giorni e, visto il risultato di ieri, chi non ha aderito molto probabilme­nte lo farà nella seconda finestra che resterà aperta dal 21 al 27 ottobre. Intanto il 20 ottobre marco Polo pagherà il corrispett­ivo a chi ha aderito mentre la seconda tranche verrà saldata il 30 novembre.

Ciò che più conta è aver comunque blindato il percorso del riassetto assicurand­osi la possibilit­à di ritirare Pirelli da Piazza Affari. Va detto che dopo la consegna delle azioni da parte del fondo americano Paulson & Co., che aveva accumulato oltre il 9% del capitale, la strada è apparsa in discesa. Le mosse dell’hedge fund americano avevano alimentato le voci di una possibile contro Opa in preparazio­ne e, sulla scia di Paulson, si erano mossi altri fondi. Che si sono ritirati subito dopo l’adesione di Paulson. E ieri anche la famiglia Malacalza, gli ex alleati di Tronchetti, ha deciso di consegnare il suo 7% del capitale chiudendo definitiva­mente l’avventura in Pirelli, iniziata nel 2000 e terminata una prima volta tre anni dopo con il divorzio da Tronchetti, che però aveva lasciato la famiglia genovese azionista con il 7%. L’operazione dovrebbe aver fruttato circa 300 milioni di plusvalenz­a.

Una volta che si sarà conclusa la riapertura (in caso di superament­o del 90% il delisting sarà automatico e non servirà l’assemblea), Tronchetti potrà finalmente passare alla parte industrial­e dell’operazione procedendo a scissioni e conferimen­ti che dovrebbero richiedere due anni di tempo. ChemChina non sarà infatti solo il nuovo socio di maggioranz­a ma anche il partner per i pneumatici «industrial», che Pirelli scorporerà per metterli insieme a quelli della cinese Aeolus, creando così il quarto gruppo al mondo in questo segmento. Alla Bicocca resterebbe il premium per auto e moto, che ha margini più alti. Gli accordi prevedono la possibilit­à di un ritorno in Borsa dopo quattro anni, nonché il mantenimen­to della sede e del centro di ricerca e sviluppo della Pirelli in Italia e la guida operativa saldamente in mano a Tronchetti, che però lascerà la carica di presidente per assumere quella di vicepresid­ente e ceo della Pirelli. Alla presidenza arriverà Ren Jianxin, il numero uno di ChemChina.

L’offerta La seconda fase dell’offerta per il ritiro delle azioni è prevista tra il 21 e il 27 ottobre

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