Le regole norvegesi
Caro Romano, il Nobel per la Pace 2015 è stato assegnato al «Tunisian National dialoque quartet» per «il contributo offerto alla costruzione della democrazia dopo la rivoluzione dei gelsomini del 2011» e, ammetto, credo che tale motivazione sia indubbiamente meritevole. E glielo scrivo memore dell’auspicio fatto proprio su questa rubrica nel luglio del 2014 affinché tale premio fosse in qualche modo riconosciuto al nostro Paese per come si comportava, e si sarebbe poi comportato, nell’assistenza concreta agli immigrati. Mi rimane però qualche dubbio sui criteri che il comitato adotta nel scegliere i vincitori di questo particolare premio. Al pari del Nobel dato a Obama, a prescindere da quale sarebbe poi stato l’operato durante il mandato, anche quest’ultimo riconoscimento si basa anch’esso più sulle intenzioni che sul risultato!
Noceto (Pr) Ogni premio ha la sua linea. Quello che viene conferito ogni anno dal Comitato norvegese per il Nobel sembra averne tre: additare alla pubblica opinione un modello da imitare, incoraggiare il premiato a perseverare ed essere, per quanto possibile, imprevedibile. Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 lettere@corriere.it www.corriere.it sromano@rcs.it Alessandra Coppola spiega le conseguenze della legge sullo approvata ieri in prima lettura alla Camera
Sì alla riforma