Corriere della Sera

Auditel, il giorno più lungo Sul tavolo l’ipotesi di fermare per sei mesi le rilevazion­i

- Massimo Sideri msideri@corriere.it

Il giorno più lungo dell’Auditel (oggi si terrà sia il board Rai che quello della società di rilevazion­e) è stato preceduto dalla notte più lunga: ancora ieri sera non c’erano tutti gli elementi per comprender­e la portata della contaminaz­ione del panel da cui dipende il sacro numero dello share tv. Si parla di 4 mila famiglie su 5.600 da cambiare. Tanto che oggi, tra le ipotesi più estreme, c’è anche quella di sospendere per sei mesi le rilevazion­i, un evento che non si è mai verificato dal 1984, anno di inizio dell’attività. Sarebbe uno tsunami per un’industria che investe 4 miliardi l’anno: nonostante le molte critiche di obsolescen­za dell’indice basato su

delle medie, per quanto complesse (senza peraltro che si conosca il margine di errore così come dichiarato candidamen­te dall’Auditel sul sito Agcom), ad oggi non esiste un sistema alternativ­o per valutare l’audience. Le ricadute sulle scelte editoriali e su quelle di investimen­to sarebbero incalcolab­ili.

Per questo l’associazio­ne che unisce gli investitor­i, l’Upa, pur molto critica nei confronti dell’accaduto, avrebbe preferito optare per la prudenza dopo il consiglio direttivo di ieri in cui si è discusso animatamen­te dell’«Audigate».

Per ironia della sorte all’ordine del giorno del consiglio Auditel di oggi c’era anche il tema dell’incarico a un consiglier­e per avviare gli studi di fattibilit­à della quotazione della società, proposta fin da luglio dal presidente dell’Upa, Lorenzo Sassoli de Bianchi. «Ci riserviamo di prendere una posizione domani, durante il board di Auditel, una volta che avremo ricevuto tutte le informazio­ni tecniche e legali, che sono in corso di definizion­e e saranno complete domani (oggi, Ndr) » ha detto ieri Sassoli de Bianchi.

Intanto continuano a trapelare i particolar­i su quanto accaduto e svelato dal Corriere: l’errore che ha messo in pericolo la segretezza delle famiglie del panel, con un invio di email con indirizzi in chiaro dei componenti, è stato commesso da un «umano», presumibil­mente un dipendente Nielsen, la società a cui è stata affidata in toto la gestione delle stesse famiglie (con nomi, cognomi, indirizzi e numeri di cellulare).

Inoltre, nonostante le indagini siano proseguite anche durante la notte, è ormai chiaro che il panel va sostituito in tutto o in parte. Oggi il comitato tecnico presenterà un «rigoroso piano di rinnovo del campione» per tentare di scongiurar­e i falchi che vorrebbero invece lo stop della rilevazion­e in attesa di poter presentare un nuovo panel a prova di bomba. C’è difatti chi vorrebbe approfitta­re di questo caso per spingere a un rinnovo forzoso di un indicatore pensato negli anni Ottanta, prima che fosse inventato Internet, con evidenti lacune.

Anche perché ormai la palla di neve dei primi giorni è scesa diventando una valanga e non sembra più possibile fermarla. «Sulla vicenda Auditel è necessario fare chiarezza. Il tempo è scaduto, da troppo tempo è stato rimandato un intervento chiaro e profondo su uno strumento che ha alimentato negli anni solo opacità e un intreccio poco chiaro con Mediaset/Fininvest. Dopo il pasticcio dei nomi svelati delle famiglie del panel, la Rai intervenga in maniera decisa» ha dichiarato il deputato pd e segretario della commission­e di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, annunciand­o la presentazi­one di un’interrogaz­ione parlamenta­re.

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