Ferrari superstar: vola a Wall Street
Al debutto sfiora i 60 dollari
Esordio da stella quello della Ferrari a Wall Street: nella prima giornata in Borsa ha segnato una crescita del 6 per cento. Marchionne: «Enormi opportunità».
A Wall Street è partita la quotazione di Ferrari. Dopo il suono della campanella al New York Stock Exchange, il titolo ha iniziato a correre, arrivando a 60 dollari per azione (con un balzo del 15%), molto al di sopra del prezzo di collocamento di 52 dollari, per poi stabilizzarsi intorno a quota 55 dollari. Le azioni sono state esaurite ancor prima che iniziassero le contrattazioni: la Ferrari non ha avuto difficoltà a piazzare il 10% offerto, tanto che la valutazione dell’intera azienda è salita a dieci miliardi.
Per John Elkann, presidente di Exor e di Fca, la Ferrari è una storia che «è ritornata nelle mani di due famiglie, Agnelli e
Le vendite Pronosticata per quest’anno la vendita di 7.700 vetture, 9 mila l’obiettivo per il 2019
Ferrari, che avranno il compito di proteggerla». L’Ipo rende ancora più visibile il brand, era all’interno di un conglomerato che forse qualche volta poteva fargli ombra. All’inizio del 2016 quasi sicuramente Ferrari verrà quotata anche a Piazza Affari, ed Elkann aggiunge che «saranno i mercati a determinare la quotazione, qui abbiamo dimostrato che l’Italia sa fare bene, questa giornata ne è la prova».
Mentre sotto un’immensa bandiera rossa che copriva l’intera facciata del palazzo di Wall Street erano esposti tutti i modelli Ferrari più carismatici, Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca e presidente di Ferrari, ha sottolineato che «Ferrari ha un grande potenziale non ancora esplorato, possiamo guardare al futuro con ottimismo, il mondo è un posto grande». Marchionne — soddisfatto, dopo dieci giorni di road show in cui ha percorso migliaia di chilometri per incontrare gli investitori, dell’accoglienza che veniva riservata al Cavallino — ha pronosticato per quest’anno vendite per circa 7.700 vetture, con l’obbiettivo di arrivare a 9 mila nel 2019. Le Ferrari continueranno ad essere sviluppate e prodotte in Italia, questa quotazione ne permetterà un’espansione che potrebbe sconfinare anche in campi connessi all’auto che potranno estrarne il vero valore. A fianco di Marchionne c’era ieri l’amministratore delegato di Ferrari Amedeo Felisa che, ha detto il manager italo-canadese, «è il meglio che c’è e quello che vediamo in questa strada è
merito suo e della sua squadra».
Sull’auto in generale «vi saranno ulteriori operazioni di consolidamento nel settore — ha spiegato Marchionne — Fca potrà essere protagonista». Il manager non ha esitato a complimentarsi per i risultati trimestrali che General Motors ha presentato e, interrogato sulla situazione di Volkswagen, ha espresso il suo dispiacere: «Nessuno se l’aspettava, cambierà completamente il panorama e la dinamica del nostro mondo, come cambieranno le regole e l’atteggiamento sociale. Il nostro compito è preservare Fca per far in modo di posizionarla nel ruolo che le spetta». Ieri al debutto del Cavallino in Borsa era presente anche Piero Ferrari, erede del fondatore Enzo. «Il 10% della Ferrari in mio possesso — ha commentato — ha un valore molto superiore a quello economico, è la mia casa».
Nel frattempo negli stabilimenti americani si sta votando per il rinnovo del contratto concordato tra Fca e il sindacato Uaw; solo stasera si conoscerà l’esito.