«Sì, è un’azione contro il Sinodo Non lasciamoci manipolare»
Kasper: ad alcuni il Papa non piace
«Io non posso sapere nulla, ma è probabile che si sia voluta fare un’azione di disturbo. Un po’ come la storia di quel prete polacco, all’inizio del Sinodo, come si chiama...».
Charamsa? Quello che ha detto di avere un compagno da anni?
«Sì. Tutti hanno capito qual era l’intenzione, ma noi ci siamo detti: non lasciamoci manipolare. E non ha avuto nessun effetto sul Sinodo. Sarà così anche in questo caso».
In Vaticano si è detto: vogliono confondere le idee...
«Ma lo vediamo tutti, il Papa, ogni giorno, e le assicuro che non dà certo l’impressione di essere malato: è sempre in movimento, pieno di energia, semmai lavora troppo!».
È già capitato si tentasse di condizionare, perché?
«Perché certe persone sono nervose ed ora guardano con apprensione all’esito del Sino-
All’uscita Il cardinale tedesco Walter Kasper si prende una pausa dai lavori del Sinodo do, fuori e dentro. Del resto ad alcuni non piace questo Papa, mi pare evidente. Forse hanno cercato di influenzarci: ma noi facciamo il nostro lavoro, il Papa è in buona forma. È un tentativo vano».
La relazione in tedesco denuncia le «dichiarazioni pubbliche» e i «paragoni offensivi» di «alcuni padri sinodali». Il cardinale Marx ha detto che si riferiva a un’intervista in cui il cardinale Pell contrapponeva al Sinodo le teologie di Kasper e Ratzinger. Il Pontefice Lo vediamo tutti, ogni giorno: è sempre pieno di energia, altro che malato Semmai lavora troppo
«Sono grato per l’attenzione del mio circolo, ma quando ne hanno parlato ero assente».
Essere opposto a Ratzinger l’ha addolorata?
«È sleale coinvolgere papa Benedetto nelle questioni del Sinodo. E poi, con Ratzinger ci conosciamo da più di cinquant’anni! Abbiamo sempre cooperato, anche durante il suo pontificato... Ci sono state pure posizioni diverse, ma questo è normale, in teologia: Tommaso d’Aquino e Bonaventura hanno sostenuto cose differenti, e sono tutti e due santi!».
La ricerca della contrapposizione indica nervosismo?
«Sì, ma soprattutto tende a dividere la Chiesa. Il Sinodo è camminare insieme, così invece si divide la Chiesa tra due poli. E io questo non lo voglio: come cardinale, non si può volere una divisione».
Il circolo tedesco comprendeva, tra gli altri, lei e il cardinale Müller, prefetto dell’ex Sant’Uffizio, e avete votato sempre all’unanimità...
«Sì, e c’è stata una buona collaborazione tra Müller e me, non è mai esistita la spaccatura che alcuni pensavano. Io spero si possa andare nella direzione indicata dal nostro circolo».
Per i casi «difficili», come i divorziati e risposati, avete proposto una soluzione ispirata a Tommaso d’Aquino: l’applicazione dei principi «con intelligenza e saggezza rispetto alle singole situazioni spesso complesse».
«Certo: nessuno vuole toccare la dottrina. È una cosa pastorale, disciplinare. Per l’ammissione ai sacramenti si guarda alla coscienza della persona, al “foro interno”, si indica l’autorità del vescovo. Bisogna distinguere le singole situazioni, è chiaro, nessuno vuole un soluzione generalizzata, per tutti».