Sui poteri di Orfini la nuova guerra Pd all’ombra di Marino
Polemiche sulla proroga. E il sindaco pensa alla conta
Verini), esprimono il loro «sostegno» ad Orfini e parlano di «logiche correntizie» dietro le decisioni della minoranza pd: «I cittadini — scrivono — si attendono risposte, non zuffe da congresso permanente». Nel frattempo, vengono decisi altri commissariamenti. Ad Enna e a Messina arriva Ernesto Carbone. Stumpo ironizza: «Fra un po’ arriviamo ai decreti regi...».
Ma oltre alla battaglia tutta interna al Pd, c’è poi l’altra — anche questa fratricida — tra il partito e il sindaco Marino. Che ora, dopo aver detto di «non essere indagato» per la storia delle sue note spese e di volersi prendere «tutti i venti giorni di legge per fare una verifica politica» (verifica che, in realtà, non ha neppure ancora avviato), pensa — o minaccia — di presentarsi in aula Giulio Cesare «per vedere se avranno davvero il coraggio di sfiduciarmi». La nuova linea Maginot è quella tracciata dalla «fedelissima» Alessandra Cattoi, che fa capire come il sindaco stia «congelando» le dimissioni: «Gli scontrini non c’entrano Il colloquio Ieri fitto colloquio alla Camera tra il deputato pd Roberto Giachetti e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Entrambi, su schieramenti opposti, sono stati indicati come possibili candidati per Roma ( nulla. La crisi è di natura politica e alla politica va ricondotta». Un modo, anche questo, per infilarsi nelle mille oscillazioni del Pd romano, passato dalla difesa a spada tratta di Marino alla sua «defenestrazione», usando come ultima goccia la vicenda degli scontrini.
Una guerra di nervi nella quale Marino intravede una speranza di salvezza, se non immediata quantomeno futura. Ma è una scialuppa che Matteo Renzi non sembra disposto a concedergli: «Se si dimette? Non lo so, chiedetelo a lui», ha detto il premier ieri sera con freddezza. L’unico modo, forse, per disinnescare la «bomba Marino»: fingere di non curarsene e far trascorrere, inesorabili, i giorni che mancano al primo novembre, quando l’addio del sindaco diverrà «irrevocabile». E se ci ripensa? Il prefetto Franco Gabrielli ironizza: «Sono forse io il custode di mio fratello? Va bene la badante (come lo aveva definito proprio Marino, ndr), ma essere anche quello che interpreta i pensieri altrui no...».