Sisal, assolto Petrone. L’abuso del diritto non è più reato
( f.mas.) «Assolto perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato», grazie alle nuove norme penali tributarie introdotte ad agosto dal governo Renzi sull’abuso del diritto. È la motivazione, appena pubblicata, con la quale si è concluso il 5 ottobre il processo nei confronti di Emilio Petrone ( foto), ceo di Sisal, per dichiarazione infedele. Si tratta di una delle prime applicazioni della depenalizzazione dell’abuso del diritto, che comunque fa salve le sanzioni amministrative. Secondo la Guardia di Finanza di Milano, fra il 2007 e il 2009 Sisal avrebbe sottratto al Fisco 18,8 milioni di redditi con oltre 5 milioni di tributi presuntamente evasi. La vicenda risale al 2005 quando la famiglia Molo cedette il gruppo a Clessidra che poi, un anno dopo, lo girò ai fondi Apax e Permira. Secondo la Gdf l’operazione, tra l’Italia e il Lussemburgo, avrebbe «comportato il trasferimento di un eccessivo debito in capo a Sisal» e «tale riduzione “artificiosa” del reddito d’impresa sarebbe stata l’unica ragione alla base dell’intera operazione». Sisal — difesa da Marco Calleri e Andrea Rossetti e con le consulenze del professor Paolo Gualtieri e del tributarista Paolo Ludovici — ha respinto le accuse. Ma ciò che ha fatto pendere decisamente a suo favore il processo è stata la riforma di agosto. Visto che non ci sono altri reati configurabili, il giudice della prima sezione di Milano, Ilaria Freddi, ha pronunciato l’assoluzione.