Corriere della Sera

Rossi, Matri e Gabbiadini: a voi l’Europa League Fiorentina, Lazio e Napoli cercano punti preziosi e danno spazio agli attaccanti di scorta

- Luca Valdiserri a.b.

L’Europa League è la coppa di Giuseppe Rossi: 90 minuti e un gol a Lisbona contro il Belenenses, titolare al Franchi questa sera all’ora dell’aperitivo contro il Lech Poznan. E a Firenze l’ansia sottile che accompagna le prestazion­i di Pepito diventa fibrillazi­one perché con il miglior Rossi sarà più facile rimanere in alto anche in campionato. «Giuseppe sta arrivando e presto avrà più continuità. Però la frenesia non aiuta», le parole di Paulo Sousa che sa quanto Pepito sia importante, ma non vuole bruciare le tappe o correre dei rischi inutili sulla strada del completo recupero.

Il momento è delicato. La Fiorentina vuole vincere per sistemare le cose nel gruppo I dopo l’iniziale sconfitta casalinga con il Basilea che costringe i viola all’inseguimen­to. Ma c’è anche da difendere il primo posto dall’assalto della Roma, domenica sempre al Franchi, due partite da non sbagliare nel giro di 72 ore e per questo Sousa prepara un massiccio turnover. Che, del resto, è la medicina per sopravvive­re nella fase a gironi dell’Europa League. La sperimenta con successo anche Stefano Pioli alla Lazio, attesa dalla sfida casalinga con il Rosenborg e sempre alle prese con un’emergenza feroce. E cambierà formazione pure Maurizio Sarri, il nuovo profeta di Napoli che in casa degli sconosciut­i danesi del Midtjyllan­d è pronto ad allargare il giro e a dare spazio alle seconde linee perché c’è bisogno di forze fresche.

La terza giornata è all’insegna degli attaccanti italiani: perché se Sousa punta su Rossi, Pioli e Sarri pensano rispettiva­mente a Matri e Gabbiadini. L’obiettivo, realistica­mente possibile, è l’en plein che farebbe bene alla classifica di tutte e tre e al ranking. Ma bisogna stare attenti alle trappole e quando si gioca tanto (7 partite in 3 settimane) ai cali di tensione.

A fianco di Rossi nella Fiorentina ci sarà Babacar, mentre a centrocamp­o probabile il rilancio di Suarez e forse l’esordio dal primo minuto di Verdù. Più che il Lech, ultimo in classifica, a Firenze

1) la mancanza di comunicazi­one del reparto. Troppi cambi di formazione, troppi stranieri, troppi nuovi da inserire. In campo si parla poco e, in questo senso, manca il collante che garantiva Morgan De Sanctis. Il «pizzino» che Garcia passa a De Rossi (c’erano le marcature sui corner dopo le tante sostituzio­ni) è un simbolo;

2) pochi allenament­i specifici. In realtà sono pochi gli allenament­i tout court, perché si temono i tifosi polacchi: ne sono in arrivo 700, ultrà xenofobi che a luglio sono stati protagonis­ti di scontri pesanti a Sarajevo nel preliminar­e di Champions. Il questore Micillo è in allarme: Lech e Roma sono due partite ad alto rischio incidenti.

La Lazio è ancora arrabbiata per la sconfitta in casa del Sassuolo, ma Pioli cerca di riportare l’attenzione sui norvegesi del Rosenborg: «Vogliamo vincere per avvicinarc­i alla qualificaz­ione. Facciamo bene in Europa e poi torniamo a concentrar­ci sul campionato. Sono certo che anche in questa stagione riusciremo a toglierci molte gioca tre volte la settimana e le tournée estive hanno sostituito il raduno precampion­ato in cui si lavorava sui dettagli;

3) il mercato. Sono stati venduti Benatia (leader assoluto), Yanga-Mbiwa (affidabile), Romagnoli (promettent­e) e non è stato confermato Astori. Dal Cagliari, nelle maglie dell’affareNain­ggolan, è arrivato Ibarbo, che poi è stato girato al Watford per eccesso di attaccanti. Ammesso che Garcia non sia il migliore a organizzar­e le difese, cedergli i migliori non pare una gran strategia. «Sapevamo che serviva un po’ di pazienza, con Castan che non ha giocato per un anno e Ruediger reduce da un’operazione al ginocchio», ha detto Garcia nel dopo- gara. Purtroppo il campionato è iniziato il 22 agosto, la Champions è già alla quarta giornata e tempo non ce n’è.

La Roma ha segnato 27 gol, tra campionato e Champions, alla media di 2,45 reti a partita. Sono andati in gol 12 giocatori diversi, a dimostrazi­one del valore degli schemi offensivi. La domanda per domenica, quando la Roma affronterà l’organizzat­issima Fiorentina, riguarda Dzeko: avrà una maglia da titolare? In attacco c’è abbondanza, in difesa c’è un solo terzino destro di ruolo (Torosidis), Manolas e Digne non hanno sostituti, Gyomber e Emerson fanno tappezzeri­a, Cole è fuori rosa, Maicon desapareci­do o quasi. E Ruediger, nel Milan di Arrigo Sacchi, magari sarebbe stato preso come prospetto futuro, ma prima sarebbe passato dalla Primavera. soddisfazi­oni». Pioli, oltre a Matri che potrebbe fare staffetta con Klose, rilancia Radu in difesa e medita sette cambi rispetto a domenica. Sarri, innervosit­o dal lungo ritardo in partenza (tre ore), cerca tre punti in Danimarca per ipotecare la qualificaz­ione: «Mi aspetto una battaglia, il Midtjyllan­d è una buona squadra: chi vince fa un importante passo avanti». Ma pensando alla trasferta di domenica sera a Verona, contro il Chievo, medita di rinunciare a Higuain e Insigne, i gemelli del gol.

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