Penitenze e rilancio, lo sci all’anno zero
Sabato parte da Soelden la Coppa del Mondo, gli azzurri devono rifarsi dopo il fallimento ai Mondiali di Vail
Proviamo a battezzarla? Certamente: è la stagione delle penitenze e del rilancio. Parliamo di sci, perché nel fine settimana, sul ghiacciaio austriaco di Soelden, gigantiste e gigantisti (nell’ordine di apparizione) daranno il via alla Coppa del Mondo e a un’annata priva di altri appuntamenti di spicco. Senza Giochi o Mondiali di mezzo ci sono le condizioni ideali per la rifondazione azzurra. Il punto di partenza, infatti, deve essere il ricordo dello zero-zero-zero iridato a Vail, più che gli exploit — non frequenti, ma ci sono stati — nel corso del circuito delle gare invernali. è comune per entrambi: come si riparte? Comincia Carca: «Noi l’abbiamo fatto con scelte radicali negli staff e collegando meglio l’atleta con il suo stato di salute: questo aspetto è ora affidato in toto a Roberto Manzoni (colui che, tra l’altro, seguì il Giorgio Rocca dei giorni d’oro, ndr) ». Rulfi: «Non siamo ancora pronti per avere in casa una Fenninger (è la superstar austriaca, detentrice della Coppa assoluta, ma non ci sarà a causa del grave infortunio ndr), ma ci proveremo. Il riferimento sarà Federica Brignone, vicina al salto di qualità perché secondo me la sua carriera inizia solo ora. Però vedo bene pure Nadia Fanchini, in netta ripresa: attorno a loro due metteremo alla prova le giovani. Non c’è un orizzonte unico al quale tendere, ma obiettivi multipli da centrare, ciascuna secondo le proprie possibilità». Sui maschi, Carca ha un’appendice: «Il Mondiale non era stato preparato bene e nella squadra si è spenta la comunicazione interna. Insomma, metodologie riviste, fame di risultati e “mea culpa”: io dico che in noi c’è una Ferrari da tirare fuori e da mandare in pista».
Premessa. C’è uno scenario generale di cambiamento, tra ritiri effettivi o probabili (Bode Miller, ad esempio) ed infortuni diffusi. Hanno lasciato la Maze (anno sabbatico) e le austriache Hosp e Zettel, la Vonn ci sarà ma non sembra al top, mentre tra i maschi è di nuovo k.o. lo svizzero Feuz, che tre anni fa lottava per la Coppa del Mondo. Però è difficile per gli azzurri prendere lo scettro del comando, anche se è già successo che emergessero proprio negli anni privi di Giochi o Mondiali. A ogni modo, tenteremo di misurarci con gli Hirscher, gli Svindal, gli Jansrud, o con la Shiffrin, nuova donna d’America. Tra gli uomini il faro sarà ancora la velocità (nota non a margine di Carca: «Innerhofer ha lavorato sulla mobilità del fisico: non ha mal di schiena, da tre anni non si allenava così bene»), ma esploreremo di nuovo le serpentine dello slalom, regno della triade Gross-Razzoli-Moelgg. Le sofferenze ce le aspettiamo invece nel gigante, disciplina da ricostruire nonostante i progressi di Nani («Devo crederci: cerco la continuità, i podi e la vittoria»), il ritorno di De Aliprandini e, si spera, la crescita di Borsotti. E le donne? La risposta è da Totocalcio: 1-x-2. Tanti puntano sull’esplosione della giovanissima Marta Bassino («Sono pronta e per lanciarmi sfrutto l’ottimo finale della scorsa stagione»), Rulfi sottoscrive ma aggiunge una provocazione: «E se la Brignone imitasse la Karbon del 2008, quella che fece sua la Coppa del Mondo di gigante?»
Ricostruzione Ritiri, infortuni e anni sabbatici, né Olimpiadi né Mondiali: la stagione perfetta per ricostruire