Ngapeth, genio e sregolatezza La schiacciata al buio è già cult
Dall’oro europeo a Modena: vietato dire che è il Balotelli del volley
Spalle al muro La schiacciata di Ngapeth spalle alla rete all’Europeo (Tarantini) ce lui no, vuole l’impossibile. E se lo va a prendere.
Figlio di un immigrato camerunense che — prima di lui — si è fatto conoscere con il volley, Earvin nasce nel sud Francia. Poi il padre si mette ad allenare e insieme conquistano il primo scudetto. In Italia gioca due anni a Cuneo e nel frattempo diventa un punto fermo della nazionale transalpina.
Pelle scura e barba lunga, a 24 anni Ngapeth vive a Poitiers con la moglie e il figlio di due anni. Ma né le vittorie né la famiglia sembrano placarne il carattere irrequieto. Quest’estate, pochi giorni dopo aver vinto la World League e il premio come miglior giocatore, rimedia una denuncia per aver aggredito un controllore ferroviario sul treno ParigiBordeaux. Lui si difende: «Ho risposto a un insulto razzista». La prima udienza del processo è fissata per l’8 novembre. Agli episodi razzisti non è nuovo, comunque. Sui social è spesso preso di mira. Tanto che insieme all’azzurro Osmany Juantorena ha postato una foto con la scritta: «Queste medaglie sono il simbolo dell’uguaglianza».
La presidentessa di Modena, Catia Pedrini, quando può lo protegge. Dal suo stesso impeto. Da qualunque cosa possa farne un caso. «Impediremo a chiunque di trasformarlo nel Balotelli del volley». E lui ringrazia con diagonali strette e colpi fenomenali, pure di piede, perché con il calcio era anche