L’atletica fa muro contro Schwazer «Nessuna stima Almeno stia zitto»
La più diplomatica? La marciatrice Eleonora Giorgi: «Schwazer? Non ho nulla da dire». Il più diretto, tra gli azzurri dell’atletica a Fiuggi per pianificare la stagione? Il collega Marco De Luca: «Ho incrociato Alex in allenamento a Roma. Gli ho detto solo: non ho stima di te». Il più duro? Il triplista Fabrizio Donato: «Ha dichiarato che ogni atleta si pone la domanda se doparsi o meno. Sappia che io non me la sono mai posta». Oltre alla certezza di tornare il prossimo 30 aprile, Alex Schwazer ora ne ha un’altra: in nazionale nessuno ha parole di comprensione per lui. Donato è stato applaudito platealmente da capitan Vizzoni e dai maratoneti. Elisa Rigaudo: «Schwazer si è preso i Giochi di Pechino e Londra. Temo farà lo stesso a Rio. Almeno stia in silenzio». Astenuto il presidente federale Giomi («Non parlo degli assenti»), il ruolo di mediatore potrebbe toccare a Malagò, che crede nel progetto di riabilitazione dell’altoatesino, oggi in visita. Squadra al lavoro su tre fronti. Recuperare i tanti infortunati o convalescenti, convincerli a lasciare le comode piste di casa per i centri federali e «far prevalere la capacità competitiva su quella prestativa» come spiegato dal d.t. Magnani. Traduzione: correre, lanciare e saltare bene agli Europei di Amsterdam e ai Giochi di Rio, non ai meeting di strapaese.