Corriere della Sera

Delrio: così faremo pulizia

Delrio: garantirem­o la trasparenz­a. Meduri? Mai ricevuto né ho parlato con lui di progetti

- Di Alessandro Trocino

Il ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio commenta l’inchiesta «Dama nera»: «La vicenda dell’Anas lascia l’amaro in bocca ma, per paradosso, credo che dovremmo definirlo un giorno positivo perché stiamo facendo pulizia».

«La vicenda dell’Anas lascia l’amaro in bocca ma, per paradosso, credo che dovremmo definirlo un giorno positivo perché stiamo facendo pulizia. È come una malattia. Quando viene allo scoperto si può curare ed estirpare». Il ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio commenta così i provvedime­nti per i funzionari Anas e per l’ex sottosegre­tario pd Gigi Meduri. Nelle carte, si parla di «un ministro». Delrio è secco: «Non ho mai parlato con Meduri di progetti di lavoro e non l’ho mai ricevuto».

Il procurator­e Pignatone è colpito dalla «quotidiani­tà della corruzione».

«È incredibil­e come parole come responsabi­lità e servire il bene pubblico siano diventate aspirazion­i da ingenui».

Eppure torniamo sempre al punto di partenza: la corruzione sembra invincibil­e.

«Non lo è. In questi giorni è in discussion­e in Aula la riforma del codice degli appalti pubblici. Una vera rivoluzion­e. Se è vero che la corruzione è una patologia quasi ineludibil­e, sono convinto che con le norme che ha fatto questo governo sconfigger­emo la corruzione».

Come? Si dice spesso e poi non accade.

«Le inchieste su Expo e Mose ci hanno insegnato molto. Le parole chiave devono essere trasparenz­a e chiarezza».

Ci faccia qualche esempio.

«Se un pagamento è digitale e automatico, non hai bisogno di chiedere un favore a qualcuno per essere pagato. Abbiamo creato un albo di ditte accreditat­e. Per i subappalti ci sono norme molto più stringenti. Così come per il ricorso al massimo ribasso, che viene limitato. Ci sarà la rotazione delle funzioni».

Cantone, a un certo punto, è sembrato un’ancora di salvezza

per il Paese.

«Mi viene da sorridere quando mi dicono che collaboro troppo con lui. L’Anac è un pezzo essenziale per la lotta alla corruzione».

La corruzione è anche una questione culturale?

«Sì, c’è un senso di impunità: si considera il denaro pubblico come denaro di nessuno, si rivendica la furbizia per fregare lo Stato».

E la politica? Non ha grandi responsabi­lità sulla degenerazi­one del Paese?

«C’è una politica dei favori e delle raccomanda­zioni, che deve sparire. Quella stagione è finita».

C’è una mancata vigilanza politica su queste vicende?

«Ricordo che questo governo ha varato la legge sull’autoricicl­aggio e sulla corruzione e ha dato i poteri a Cantone».

Il commissari­o dell’Anac aveva definito la legge obiettivo «criminogen­a».

«Con il codice degli appalti è definitiva­mente archiviata».

Ma non varrà per le molte opere in corso.

«In realtà sono poche. E su queste rafforzere­mo la vigilanza. Per il Mose siamo al 92 % dei lavori, mica possiamo sospendere. Abbiamo mandato tre commissari. Serve realismo».

Casaleggio propone l’abolizione della prescrizio­ne.

«Bisogna tenere conto degli equilibri complessiv­i, non si può ragionare per slogan».

L’aumento del contante a 3.000 euro ha fatto polemica.

«In molti Paesi non è così. Bisogna abbassare soprattutt­o le commission­i bancarie sulle carte di credito».

Tutti pensavano: ora parte il Giubileo e ricomincia­no le tangenti. E infatti: primo appalto, primi arresti.

«Vale quello che ho detto per l’Anas. Teniamo i nervi saldi. Il Paese non abbia paura. Non si deve avere timore di fare. Con legalità e serietà, il nostro Paese farà grandi passi avanti».

Nell’inchiesta, c’è un’intercetta­zione del 6 luglio, nella quale Antonella Accroglian­ò dice che Meduri ha «fatto incontrare degli imprendito­ri con il ministro... gli hanno fatto vedere il progetto». È lei?

«No».

Conosce Meduri?

«Come voi cronisti, lo vedo in Transatlan­tico. Ogni tanto saluta me, come chiunque».

Avete mai parlato di lavoro, di appalti, di progetti?

«No».

È normale che ex deputati stiano in Transatlan­tico?

«Non mi pare questo il problema».

Ma un problema lobby c’è.

«Se fossimo un Paese maturo, andrebbe disciplina­to come nei Paesi anglosasso­ni. La trasparenz­a è la prima cosa».

Le norme Ci saranno norme più stringenti, soprattutt­o sui subappalti. E la rotazione delle funzioni Il Giubileo Essenziale collaborar­e con Cantone. Timori per il Giubileo? Non si deve avere paura di fare

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Infrastrut­ture Il ministro Graziano Delrio, 55 anni

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