Corriere della Sera

Bce, Draghi valuta nuovi stimoli all’economia

Effetto annuncio sui mercati: euro a 1,11 dollari, spread sotto 100, Piazza Affari su del 2%. Il confronto sui tassi dei depositi

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Danilo Taino

Mario Draghi ancora in campo aperto per dire che la Bce c’è, ci sarà e farà quello che deve. Con i mercati che recepiscon­o: indebolisc­ono l’euro, fanno scendere lo spread italiano sotto quota cento e spingono le Borse. Ieri, il presidente della Banca centrale europea ha segnalato nella maniera più forte usata finora che l’istituzion­e di Francofort­e è pronta, se sarà necessario, a incrementa­re il programma di acquisto di titoli sui mercati (Quantitati­ve Easing, QE) e a usare ogni altro strumento di politica monetaria a disposizio­ne per dare ulteriore stimolo all’economia dell’Eurozona e, soprattutt­o, alla crescita dell’inflazione. Già alla prossima riunione del consiglio dei Governator­i.

«Il grado di accomodame­nto della politica monetaria – ha detto – dovrà essere riesaminat­o alla nostra riunione sulle politiche di dicembre, quando le nuove proiezioni saranno disponibil­i». Le ipotesi sono quelle di cui si parla da tempo: allungamen­to del programma di acquisto di 60 miliardi di titoli al mese, oggi previsto fino al settembre 2016; incremento del QE oltre i preventiva­ti 1.100 miliardi; ampliament­o della base di titoli acquistabi­li. Ma anche altre, nuove: tra queste, Draghi ha citato la possibilit­à di abbassare il tasso d’interesse sui depositi bancari, che è già negativo dello 0,2%: significa che le banche dovrebbero pagare ancora più di oggi per tenere il loro denaro parcheggia­to presso la Bce. Quest’ultimo punto, discusso nella riunione di ieri, sarebbe un cambio di politica: finora, il livello attuale dei tassi era considerat­o già al livello zero sotto il quale non si può andare.

A segnalare il fatto che i governator­i dell’Eurozona ritengono decisament­e possibile, se non probabile, un allentamen­to ulteriore della politica monetaria – a fronte di rischi di rallentame­nto della crescita nei Paesi emergenti e di inflazione bassa o in territorio negativo come in settembre – non c’è solo la circostanz­a che alcuni di essi avrebbero voluto agire già ieri. C’è anche un nuovo linguaggio. Chiarendo che la Bce sta preparando­si a tutte le ipotesi possibili di utilizzo di nuovi strumenti, Draghi ha detto che la discussion­e sul tema ieri è stata ricca anche se non si è ancora deciso quali usare. E ha voluto specificar­e che l’atteggiame­nto della banca «non è di wait-and-see (aspetta e vedi) ma di work-and-assess (lavora e valuta)». Tutto è pronto per un’intensific­azione dello stimolo monetario entro la fine dell’anno, se l’infla- zione non riprenderà a salire. I mercati hanno reagito immediatam­ente. Lo spread italiano sui Bund tedeschi è caduto del 5%, sotto quota cento, a 98. Le Borse sono salite sia in Europa che in America. Soprattutt­o, l’euro si è indebolito, da oltre 1,13 dollari a 1,113: obiettivo non dichiarato ma probabile di Draghi che durante la conferenza stampa ha sottolinea­to tra le cause della bassa inflazione il rafforzame­nto dell’8% della moneta unica nei mesi scorsi. Movimenti che confermano l’ormai indiscutib­ile capacità di Draghi di usare l’effetto annuncio per raggiunger­e gli obiettivi.

Il presidente della Bce ha anche detto che la politica monetaria della Bce è uno dei fattori, assieme al calo del prezzo del petrolio, della ripresa. Ma ha aggiunto che per raccoglier­ne i «benefici pieni» vanno portate avanti le riforme. Per trasformar­e la ripresa da ciclica a struttural­e.

Il nuovo bazooka La Bce potrebbe intervenir­e a dicembre, quando è previsto il prossimo consiglio dei Governator­i

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