La vicenda
Pochi giorni fa, nella distrazione quasi generale, poche parole sono scivolate via dal documento finale dell’ultimo vertice europeo. L’agenzia Reuters le aveva riportate dalla bozza di conclusioni, prima che sparissero: «I capi di Stato e di governo sottolineano l’importanza di completare l’unione bancaria».
Alla fine del vertice quella frase non c’era più. Eppure, nel gergo di un’area euro appena riemersa da una crisi che ne ha minacciato l’esistenza, aveva un significato preciso: lavorare per un’assicurazione comune dell’area euro sui depositi dei risparmiatori. Oggi la garanzia sui conti correnti, uno strumento introdotto da Franklin Delano Roosevelt durante la Grande depressione americana degli anni ‘30, spetta a ciascun governo per il proprio Paese. In caso di crisi di una banca, sono assicurati con fondi pubblici nazionali i risparmi fino a 100 mila euro. Il progetto di un fondo europeo è partito durante la crisi per prevenire i problemi che si sono visti per esempio in Grecia: quando il pubblico non crede più alla capacità di un governo
Per rispondere alla crisi delle banche e del rischio sovrano la Ue ha varato a partire dal 2012 l’Unione Bancaria. I pilastri su cui si basa sono il Meccanismo di vigilanza unico, affidato alla Bce, e il Meccanismo di risoluzione unico, che regola la gestione del dissesto di una banca. Il terzo pilastro dovrebbe essere l’assicurazione unica europea sui depositi bancari