Quei paradossi di un’«inutile» municipalizzata
Non è per nulla sorprendente che il sindaco di Roma abbia voluto stipulare una polizza assicurativa per tutelarsi contro i rischi insisti nella sua funzione. Lo fanno tutti. Fra gli amministratori pubblici si tratta di una pratica tanto diffusa da aver alimentato un mercato piuttosto florido: basta fare un giro su internet per scoprire quante compagnie offrono coperture a prezzi da Rc auto. Quello che sorprende, invece, a parte il fatto singolare che l’iniziativa di Ignazio Marino risalga al giorno precedente alle sue dimissioni, è la scelta dell’assicuratore. Si chiama Assicurazioni di Roma ed è di proprietà del Campidoglio. Che si trova così ad essere l’unico ente pubblico, probabilmente nell’intero mondo occidentale, a possedere una compagnia assicurativa. Ma fra il sindaco e il suo possibile assicuratore non corre affatto buon sangue dopo che la giunta presieduta da Marino ha deliberato di metterlo in liquidazione al pari di altre società municipalizzate ritenute inutili. E non è tutto. Si sarà infatti interrogato il sindaco sulle conseguenze provocate da un eventuale sinistro? Mettiamo che Marino fosse chiamato a rifondere un danno erariale causato dalla errata interpretazione di una certa norma da parte dei suoi uffici, evenienza che nelle amministrazioni locali non è poi così rara. In questo caso dovrebbe pagare la compagnia, ovvio. Siccome però la compagnia è di proprietà del Comune, ecco che sarebbe il medesimo Comune a dover risarcire un danno arrecato a se stesso. Soltanto in Italia...