Tre buoni motivi per stare a Lima
La chiamano la «città triste» perché il cielo è spesso coperto. Però non piove mai, e in questi anni è diventata più accogliente e sicura. La parola chiave? Fusion. Ogni cosa è frutto di un intreccio di mille culture
Il Perù è comunque un caso a se stante nel continente sudamericano, se si considera che da cinque anni la sua economia cresce a ritmi costanti e che le attuali difficoltà dei cosiddetti paesi emergenti, col Brasile caduto in recessione, non hanno intaccato il ritmo di sviluppo. Anche se il forte ribasso del prezzo del rame di cui il paese è il secondo produttore al mondo, rappresenta un serio rischio per il futuro. Mentre la prospettiva delle elezioni presidenziali, il prossimo anno, sta portando al rallentamento delle attività, tipico dell’avvio di campagne elettorali incerte e sentite.
A Lima, capitale del Paese, lo sviluppo è stato continuo e massiccio: la città conta ormai 13 milioni di abitanti — erano 8,5 milioni nel 2007 e 661 mila nel 1940 — e sulle colline della periferia, immediatamente alle spalle del centro storico, spiccano baracche e favelas frutto soprattutto delle migrazione dalle zone montane delle
Tra i quartieri più interessanti c’è il moderno e vivace Miraflores
quentati dai turisti, come Miraflores, sono video sorvegliati, ed è sufficiente osservare precauzioni minime di comportamento per evitare spiacevoli sorprese. Lima si snoda lungo le coste dell’oceano Pacifico, dominandolo dall’alto ed è diventata una città moderna, piena di giovani, con un’intensa vita culturale e con ristoranti dalla cucina fusion sofisticata, ormai obiettivo e meta di molti turisti.
Se fino a qualche tempo era considerata solo la prima tappa verso il viaggio alla scoperta degli incredibili tesori del Perù — uno su tutti, le rovine del Machu Picchu — oggi la città merita una visita ad hoc, una sosta prolungata per assaporare, cucina, divertimenti e arte. A Lima non piove mai, o quasi mai, il clima è più mite in primavera, da ottobre a dicembre, ed in estate, da dicembre a febbraio, ci si può divertire di più sulle spiagge. Tenendo comunque conto che, invece, per le mete più ambite e battute, come Cusco o Machu Picchu, conviene andare durante la stagione secca che va da giugno ad agosto.
Arrivando a Lima — all’areoporto è meglio affidarsi ai Green taxi per il trasporto in città — il
Dalla capitale si parte per raggiungere le meravigliose rovine del Machu Picchu
consiglio è di dare un primo sguardo alla città ricorrendo ad un tradizionale tour turistico. Fa risparmiare tempo e dà la possibilità a chi avrà più tempo da trascorrere in città di fissare i luoghi in cui tornare per approfondire la visita. I tour migliori sono quelli che propongono la visita del centro storico — Plaza San Martin con il glorioso ma decadente Hotel Bolivar, la Plaza de Armas, con l’imponente cattedrale e i palazzi gialli, la Chiesa di Santo Domingo e il barocco Monastero di San Francesco con le sue inquietanti catacombe che espongono circa 70 mila ossa — e quelli che invece offrono il giro a piedi fra i palazzi coloniali, tra cui spicca la Casa de Aliaga, in parte ancora abitata dalla famiglia, con il suo lussureggiante giardino interno.
Il giro dei musei non può prescindere dalla visita del Museo Larco, bellissima e ricchissima esposizione di oggetti precolombiani che offre anche una ricca collezione di arte erotica, sempre precolombiana, e apre al pubblico l’immenso deposito di ceramiche e vasi non esposti e catalogati. Il Museo Larco si trova al confine del quartiere San Isidro, il più elegante e residenziale, dove si snoda la via dello shopping più esclusivo (Conquistadores). Per il divertimento è Miraflores il quartiere da visitare: lì si trovano i Casinò e, proseguendo verso l’oceano, negozi e bar. Il centro commerciale più frequentato è LarcoMar, tre piani di boutiques di marchi internazionali e peruviani, e di piccoli ristoranti, scavati nella roccia dai quali si può guardare il mare affollato dai surfisti, che arrivano a Lima proprio per cavalcare le onde.
Il quartiere che più degli altri simboleggia la modernità di Lima è però Barranco, dove tra gli edifici coloniali, in gran parte ristrutturati, sorgono gallerie d’arte, piccoli caffè in cui soffermarsi per l’aperitivo, ristoranti sofisticati e boutiques artigianali. «A Barranco c’è la promessa del futuro», afferma Bashar Azzouz consulente finanziario americano, che sintetizza così la sfida di sviluppo della nuova Lima.