Corriere della Sera

I contadini e gli aristocrat­ici, la guida dei 200

- Luciano Ferraro

VALLE D’AOSTA

PIEMONTE

LOMBARDIA

EMILIA ROMAGNA

MARCHE

UMBRIA

Ipiccoli e i magnati, gli artigiani e i nobiluomin­i. La terza edizione della guida ai «Vignaioli e vini d’Italia», in edicola da lunedì prossimo, racconta le storie di 200 donne e uomini uniti da una passione produttiva ed umana. Come sempre, senza voti. Ogni bottiglia descritta è un capolavoro fuori classifica, da scoprire cercando di conoscere la storia di chi sta dietro l’etichetta.

Nella selezione dei 200 l’ispirazion­e è venuta, ancora una volta, da Luigi Veronelli, padre della critica enologica italiana e collaborat­ore del Corriere della Sera.

Il libro più recente su di lui si intitola «La sovversion­e necessaria» (Altreconom­ia edizioni), una raccolta di articoli, lettere private, interviste sul «Gino» politico. Negli ultimi anni si era messo in sintonia con i «giovani estremi» dei centri sociali e con loro aveva organizzat­o «Critical Wine», una contro-fiera. Racconta nel libro il fotografo Gianni Camocardi: « I piccoli vignaioli o quelli grandissim­i erano alla pari, Giovanni Canonica e i Marchesi di Barolo stavano uno di fronte all’altro, pagavano la stessa (piccola) cifra e avevano lo stesso spazio e lo stesso sempliciss­imo tavolo. Gino voleva portare il vino, di qualunque livello, a tutti».

«Vignaioli e vini d’Italia» edizione 2016 intreccia storie di ragazzi che tornano alla terra, i contadini 2.0, con le saghe delle famiglie aristocrat­iche. Mondi diversi, ma non così inconcilia­bili come appare ai puristi che dividono il mondo tra i piccoli artigiani, virtuosi, e gli imprendito­ri dei numeri importanti che sarebbero quindi devoti, a parer loro, più al mercato che alla qualità.

Il pianeta vino non è mai stato così dinamico. Nuovi imprendito­ri crescono, altri conquistan­o mercati lontani. Sono 46 i vignaioli che fanno capolino per la prima volta nella guida. Lo studioso di storia antica che ha resuscitat­o un vecchio palmento sull’Etna, i fratelli campioni del Sauvignon friulano, la signora dell’Amarone che vive come un’artigiana del Rinascimen­to, il grande produttore

VENETO

TOSCANA

PUGLIA

BASILICATA

ALTO ADIGE

FRIULI VENEZIA GIULIA

LAZIO

CAMPANIA

CALABRIA

SICILIA che abbatte le case per esaltare il paesaggio, l’eretico della Franciacor­ta protagonis­ta di un racconto giallo, la donna che ha inventato il Merlot più caro d’Italia, l’enologo che pianta le viti sulle mura di un castello, l’ex studente che cura le piante di isole della laguna veneziana, l’ex manager che ha lanciato la più piccola doc d’Italia. E altri ancora.

Sette i nuovi vignaioli dal Veneto, altrettant­i dalla Toscana, 5 dal Friuli Venezia Giulia, 4 da Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia, 3 dal Piemonte, 2 da Umbria, Puglia e Calabria, 1 da Valle d’Aosta, Alto Adige, Lazio, Marche, Campania, Basilicata.

Luca Gardini, super sommelier, già campione del mondo, ha descritto, per ogni vignaiolo e produttore, il vino portabandi­era che l’azienda ha sul mercato. Le 200 bottiglie selezionat­e sono il frutto della ricerca di una qualità comune: l’autenticit­à dei vini. Vini veri, onesti, che mantengono quello che promettono. E accanto alle schede sui vini ci sono indicazion­i pratiche sulle cantine da visitare. Infine un’appendice su come conservare le bottiglie, in appartamen­to o, per i fortunati, in stanze meno calde e più attrezzate.

Come l’anno scorso, durante la presentazi­one della guida (lunedì 26 ottobre nella sala Buzzati del Corriere, in via Balzan a Milano) saranno consegnati tre premi: al vignaiolo dell’anno, Beppe Rinaldi, detto «Citrico», intellettu­ale agricolo e barolista anarchico; al giovane vignaiolo Giovanni Neri, 23 anni, di Casanova di Neri; e alla vignaiola innovatric­e Silvia Maestrelli, che è riuscita a trasferire i colori del cielo dell’Etna nei vini.

Mentre si sta per chiudere l’Expo, si scorgono segnali del termine della notte della crisi. Il vino italiano può diventare una delle locomotive della ripresa. Le premesse ci sono: siamo i primi al mondo per quantità, possiamo conquistar­e, prima o dopo, il podio della qualità. È il momento — questo è l’auspicio che apre l’edizione 2016 della guida — di lasciarsi alle spalle i pessimismi. Ripetendo, con Veronelli, che «dopo l’uomo e prima dell’animale il vino è una creatura capace di raccontare la qualità, il clima, la bellezza, la storia e gli uomini che, nei secoli, lo hanno prodotto».

CorriereDi­Vini

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