Corriere della Sera

«Piano nazionale per Internet veloce Vodafone pronta a lavorare con Enel»

Bisio: serve un’alleanza tra pubblico e privato. ll progetto per Metroweb è definito

- Fabio Tamburini

«Il piano Enel di sostituzio­ne dei contatori digitali e i contributi pubblici messi a disposizio­ne dal governo per la rete in fibra ottica nelle aree a fallimento di mercato è un‘occasione unica e irripetibi­le per vincere la partita della digitalizz­azione del Paese». Di questo è convinto Aldo Bisio, amministra­tore delegato di Vodafone Italia. E aggiunge: «I fondi pubblici disponibil­i per la rete in fibra ottica, 2,2 miliardi di euro, dovrebbero essere valorizzat­i attraverso un veicolo che faccia da capofila degli investimen­ti pubblici e privati, evitando di farne contributi a fondo perduto. È il modo migliore per raccoglier­e altri capitali forniti dagli operatori di telecomuni­cazioni e da investitor­i finanziari. L’effetto leva sarebbe formidabil­e, moltiplica­ndo le risorse disponibil­i. Noi siamo pronti a partecipar­e ad un piano di respiro nazionale con Enel come punto di riferiment­o». Con quali vantaggi? «Dimezzare i costi e i tempi di realizzazi­one di una grande rete nazionale in fibra ottica portata fino alle case dei cittadini, facendo passare l’Italia dalle posizioni di coda ai primi posti in classifica degli indici di digitalizz­azione dei Paesi, nella zona Champions, non solo in Europa ma a livello internazio­nale. L’obiettivo della delibera Cipe (approvata nell’agosto scorso, ndr), del resto, è accelerare la posa della infrastrut­tura in fibra e collegare oltre 10 milioni di case, quasi il 50% della popolazion­e italiana, in zone dove, in assenza di contributi pubblici, non è convenient­e per le società di telecomuni­cazioni investire da sole nella fibra ottica. Per questo serve una alleanza a capitale pubblico-privato per valorizzar­e l’investimen­to da parte dello Stato, attrarre ulteriori capitali di rischio di soggetti privati, estendere la copertura del progetto con il ricorso alla leva finanziari­a. Questo consentire­bbe di valorizzar­e le risorse dei contribuen­ti per la realizzazi­one di una rete a prova di futuro. Noi siamo pronti a partecipar­e con tutti i player rilevanti che vorranno. Con il ruolo di Enel, l’Italia ha un match point per vincere la partita della digitalizz­azione».

Quali sarebbero gli effetti positivi?

«Simulazion­i di alcuni economisti dicono che la copertura del 50% in fibra ottica fino alle case potrebbe portare nei prossimi quattro anni ad un aumento di quasi quatto punti del prodotto interno lordo pari a 70-80 miliardi, con un effetto sull’occupazion­e di 700 mila posti di lavoro».

A che punto è, invece, la vostra collaboraz­ione con Metroweb? Rispettere­te la scadenza del 31 ottobre prevista dalla lettera d’intenti che avete firmato nel maggio scorso?

«La collaboraz­ione con Metroweb riguarda le aree ad alta intensità di competizio­ne. Abbiamo un accordo di partnershi­p con cui è stata portata la fibra fino alle case con velocità a 300 megabit al secondo nelle città di Milano e Bologna, dove abbiamo coperto quasi l’80% delle abitazioni, avviando la stessa operazione a Torino. È stata firmata, inoltre, una lettera di intenti con Wind, F21 e il Fondo strategico italiano della Cdp per coprire le principali città italiane. Il piano è I capitali Serve un veicolo che attragga investimen­ti privati, da affiancare ai fondi pubblici, per accelerare i piani sulla rete Aldo Bisio, 55 anni, dal 2014 amministra­tore delegato di Vodafone Italia. È stato ceo di Ariston Termo e dg di Rcs Quotidiani pronto da qualche settimana e attendiamo le decisioni degli azionisti di Metroweb».

Scusi, ma nei giorni scorsi F2i e Fsi hanno riaperto la partita con Telecom , che era rimasta esclusa. Come si conciliano le due iniziative? «Non tocca a me rispondere». L’apertura verso Telecom non è in contraddiz­ione con gli impegni presi con Vodafone e Wind?

«Le lettere che abbiamo firmato non sono vincolanti, né stabilisco­no esclusive».

Un anno fa avete annunciato investimen­ti di 3,6 miliardi nella rete 4G e nella fibra ottica. A che punto siete?

«Siamo molto vicini al completame­nto del piano, in anticipo sulla tabella di marcia. La rete 4G copre già il 92 per cento della popolazion­e italiana e arriveremo al traguardo del 95 per cento in gennaio. E’ stato un grande sforzo che mette l’Italia al primo posto in Europa nei Paesi dov’è presente il gruppo Vodafone, davanti a Spagna e Germania. Nella fibra abbiamo installato 13 mila armadi (l’ultimo snodo di collegamen­to prima dell’entrata dei cavi nelle case, ndr) e il nostro servizio in fibra è disponibil­e in 137 città».

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