Corriere della Sera

Energia, export e hi tech: l’asse Europa-Asia «Ma le imprese Ue hanno perso posizioni»

Sechin: con Pirelli e ChemChina esempio di collaboraz­ione. Prodi: l’Ucraina? Un ponte con Mosca

- DALLA NOSTRA INVIATA Francesca Basso © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Europa e Russia sono vodka e caviale, ma solo il rasserenam­ento della situazione ucraina può sanare i rapporti che si sono avvelenati in questo periodo: l’Ucraina deve essere ponte e non campo di battaglia». È il punto da cui non si può prescinder­e per l’ex premier ed ex presidente della Commission­e Ue, Romano Prodi, che al Forum Eurasiatic­o di Verona ha affrontato il tema delle relazioni tra Europa ed Eurasia.

Il Forum mette a confronto rappresent­anti del mondo istituzion­ale, politico ed economico di Italia, Russia, Bielorussi­a, Kazakistan, Armenia, Kirghizist­an (che sono i 5 Paesi dell’Unione economica eurasiatic­a), Cina, India e Corea del Sud, e che ha tra i promotori Intesa Sanpaolo e Gazpromban­k. La due giorni «quest’anno si sta svolgendo in un clima più positivo» ha osservato il “padrone” di casa Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia.

Prodi non ha esitato a evidenziar­e le incongruen­ze e i limiti della politica europea di fronte alle sanzioni contro la Russia, decise con l’acuirsi della crisi con Kiev: «Germania e Italia sono i Paesi più colpiti. E la Germania è stata in prima linea nel difendere le sanzioni. Mi sono stupito per l’accordo tra Berlino e Mosca di raddoppiar­e il Nord Stream: tutto il gas russo passerà dalla Germania. Sarebbe stato preferibil­e mettere in comproprie­tà i gasdotti esistenti tra Ue, Ucraina e Russia. La scelta alternativ­a è nata dalle divisioni europee».

L’impatto delle sanzioni (e dei prezzi in calo) lo ha quantifica­to il Ceo del colosso energetico Rosneft, Igor Sechin: l’interscamb­io commercial­e russo con la Ue nei primi otto mesi del 2015 è sceso del 39%. Il gruppo ha comunque «in previsione investimen­ti nel mondo per 22-23 miliardi di euro l’anno nel 20172018. I settori più interessat­i saranno la meccanica e l’industria petrolchim­ica». Rosneft e Pirelli, «un esempio di collaboraz­ione», e Synthos hanno siglato, a margine del Forum, un memorandum d’intesa per la cooperazio­ne nello sviluppo di un progetto per la costruzion­e di un impianto di gomma sintetica. Sechin ha spiegato che dopo aver ceduto il 9% di Saras, Rosneft ha intenzione di mantenerne «il 12% e un posto nel board: continuere­mo a lavorare per un ulteriore migliorame­nto dell’efficienza della società». Quanto a Saipem, Rosneft è «in contatto con l’Eni anche se la possibilit­à di una partecipaz­ione della Saipem nei nostri progetti deve essere definita anche con quest’ultima».

Il sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio Sandro Gozi ha ricordato che «l’Unione economica eurasiatic­a è molto importante per l’Italia. Crediamo molto al dialogo bilaterale. Però Bruxelles non l’ha ancora riconosciu­ta ufficialme­nte». Il panel su Europa ed Eurasia, moderato dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, è stato l’occasione per evidenziar­e luci e ombre di una relazione politico-economica che ha radici solide. Un esempio è la presenza di Finmeccani­ca in Russia. «Pur con le difficoltà degli ultimi anni — ha spiegato il Ceo Mario Moretti — Finmeccani­ca ha portato avanti iniziative perfettame­nte lecite anche nel mondo delle sanzioni. Stiamo valutando molti contratti, nella sfera dell’automazion­e, della produzione e fornitura di elicotteri e nuove tecnologie».

Siamo di fronte a «un nuovo dialogo» e a «una innovativa visione delle relazioni economiche da costruire attraverso una prospettiv­a di lungo termine», ha evidenziat­o il presidente del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, ricordando che «le nostre economie sono complement­ari». L’Italia ha intenzione di farsi trovare pronta e come ha spiegato la ministra Maria Elena Boschi, le riforme che il governo sta portando avanti hanno l’obiettivo di rendere il Paese più semplice per attrarre gli investitor­i.

Dialogo bilaterale Gozi: sì al dialogo bilaterale, ma Bruxelles non ha riconosciu­to l’Unione eurasiatic­a

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Al vertice Igor Sechin, 55 anni, amministra­tore delegato della compagnia petrolifer­a Rosneft, azionista di minoranza di Saras

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