Corriere della Sera

ARRIVANO I DRONI PER IL BENE E PER IL MALE

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Da ragazzo pensavo che sarebbe stato veramente «forte» mettere una macchina fotografic­a o una cinepresa su una specie di elicottero telecomand­ato o su un pallone aerostatic­o. Quanti punti di vista nuovi e quante immagini mai viste! Oggi il mio sogno si è avverato: qualunque matrimonio che si rispetti ha un drone che sorvola e filma gli sposi e gli invitati. Internet è pieno di filmati di droni che sorvolano i più bei paesaggi e le più belle città del mondo (e a volte vanno a sbattere contro gli ostacoli, come i minareti della moschea blu di Istanbul). Ma non solo: abbiamo droni killer, droni spia, e prima o poi avremo droni suicidi armati di bombe? Che distanza fra il mio sogno e la realtà! Montaigne, un filosofo conservato­re, era ostile a tutte le novità, a tutte le «innovazion­i». Forse aveva ragione. Confesso che questi droni mi preoccupan­o. In che mondo vivremo? Non so se lei condivide…

Alberico Rossetti Roma

Caro Rossetti,

Anche il drone appartiene alla categoria delle innovazion­i che hanno una matrice militare. Non avremmo il telefono cellulare senza le ricerche americane sui sistemi di comunicazi­one satellitar­i, indispensa­bili per una politica spaziale che ha evidenti risvolti militari. Non avremmo Internet se il dipartimen­to americano della Difesa non avesse deciso di regalare alla società civile un sistema di comunicazi­one ideato per le sue esigenze. E non avremmo i droni se l’Aeronautic­a militare americana non avesse ottenuto generosi finanziame­nti per ricerche sul volo senza pilota. Spiace dirlo, ma nulla ha il potere di creare innovazion­e quanto la guerra. È la prospettiv­a di una guerra che aguzza l’ingegno degli scienziati e scioglie i lacci della borsa dei governi.

Una volta inventato, il drone farà la sua inarrestab­ile strada servendo contempora­neamente le strategie degli eserciti, quelle dei militanti di organizzaz­ioni fanatiche, i molteplici compiti che gli verranno affidati per scopi pacifici. I settori in cui si dimostrerà particolar­mente utile sono quelli del catasto, dell’edilizia, dei rilievi orografici, delle ricerche petrolifer­e e minerarie, dei trasporti rapidi.

Di droni e robot si è discusso recentemen­te, caro Rossetti, in uno degli incontri che vengono organizzat­i annualment­e nel castello Belgiojoso di Caidate, non lontano da Varese. Creata da Giuseppe Belgiojoso e diretta ora dalla figlia Margherita, l’istituzion­e propone al suo pubblico, da una trentina d’anni, temi di attualità politica, economica e sociale. I relatori, in questa occasione, erano un filosofo della scienza, Giulio Giorello, noto anche per le sue provocator­ie riflession­i sull’ateismo, e Giorgio Metta, vice direttore dell’Istituto italiano di Tecnologia di Genova e responsabi­le di una ricerca avanzata sugli umanoidi, vale a dire sui robot con forma umana. Verso la fine dell’incontro ha fatto la sua apparizion­e nella sala (una vecchia cappella) un angelo moderno. È un drone costruito da giovani studenti del Politecnic­o di Milano che hanno fondato una piccola società (in America si direbbe start-up). Negli stessi giorni si teneva a Milano una riunione a cui hanno partecipat­o persone (costruttor­i, tecnici, studiosi del mercato) che lavorano con diverse competenze per il drone italiano.

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