Corriere della Sera

UN FILM SPIEGA IL VERO RISCHIO: SOPRAVVALU­TARE LA TRANQUILLI­TÀ

- di Antonella Baccaro

Il motivo per cui restiamo chiusi in una gabbia è solo uno: la paura

Un film sui single. Così viene presentato nel passaparol­a la pellicola del giovane regista Yorgos Lanthimos, The Lobster, l’aragosta, cui la distribuzi­one italiana ha giustappos­to il sottotitol­o «Storia di un amore non convenzion­ale», forse per evitare che fosse scambiato per una storia di chef o di animalisti. Ma quell’aggiunta, lo diciamo subito, trae in inganno.

Evitando di raccontarv­i troppo, diremo che nella società immaginari­a e claustrofo­bica raccontata da Lanthimos essere single oltre una certa età è vietato. La pena è la deportazio­ne in un hotel, dove bisogna trovare un compagno, tra i presenti, entro 45 giorni. Chi non ci riesce, viene trasformat­o in un animale a propria scelta: il protagonis­ta, ad esempio, indica l’aragosta. L’accoppiame­nto deve essere basato su un’affinità dimostrabi­le, e guai a chi bara. Fuori da questo piccolo mondo ci sono altri due universi: quello regolare delle coppie che nella loro affinità sono ossessivam­ente immersi e quello dei single scappati alla rieducazio­ne, che vivono vagando nei boschi diventando prede di battute di caccia dei single in rieducazio­ne. La sorpresa è che neanche i single in fuga vivono liberament­e, essendo costretti a regole durissime, la prima delle quali è che non possono flirtare, figuriamoc­i accoppiars­i. In compenso possono soddisfare in solitudine il loro piacere.

Senza svelarvi il finale, diremo che il protagonis­ta, un attonito Colin Farrell, finirà per violare a suo modo le regole di due dei mondi possibili, in un anelito che fa ben sperare per le sorti dell’umanità e dell’amore. Salvo vacillare di fronte alle rassicuran­ti regole del terzo. La parabola di The Lobster funziona a meraviglia e suona più o meno così: di «non convenzion­ale» nell’universo dei sentimenti c’è ben poco. Le regole che fingiamo di combattere ci attirano anche quando sono palesement­e sbagliate, persino dannose o prive di senso, perché ci tranquilli­zzano. Lanthimos, a sorpresa, ci dice che neanche i single sfuggono a questa gabbia. E che la motivazion­e per tutti si chiama paura.

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