I divi cantano per Iglesias
Julio celebrato su YouTube da Ronaldo e altri campioni «Ma a 72 anni non ho l’energia per un disco in italiano»
Come spiega la longevità del suo successo?
«Continuo a imparare dai colleghi noti e meno noti. I duetti servono a questo. Canto e imparo». I duetti che ricorda di più? «Quelli con Stevie Wonder e con Frank Sinatra, Willy Nelson, Domingo. Quando senti quelle voci ti viene voglia di emozionare. Fra gli italiani ho appreso molto dai duetti con Dalla, Bocelli e Pausini».
Come si prepara per il tour?
«Con molta concentrazione, autodisciplina. In questo senso sono cambiato. Cibi sani, niente vino, orari precisi. Alla mia età è fondamentale darsi delle regole molto rigide. Il resto lo fa la mia passione per il canto. Ed essere amato dalla Finlandia alla Cina è una bella soddisfazione. Quindi è felice? «Felice di volta in volta. La felicità raggiunta rischia di farti adagiare. Diciamo che sono dei lampi. E poi si cambia, si matura. A quarant’anni, quando cantavo “Se mi lasci non vale” ero un artista molto diverso. Puntavo sulla semplicità e funzionava. Ma ero un cantante “piccolo”. Col tempo la ricerca della qualità e dello stile è diventata più sofisticata. Rimanere sulla cresta dell’onda a 72 anni è difficile. Se ci sono riuscito lo devo alla gente che ancora dice sì a Julio Iglesias. Dall’Italia spesso mi invitano in tv. Ma non mi sento preparato per cantare in italiano “Manuela” o “Se mi lasci non vale”. Belfiore ha fatto testi che arrivavano al cuore della gente. Io ho inciso in decine di lingue, ma avevo almeno vent’anni di meno».
Qual è la migliore lingua per fare l’amore?
«La lingua degli occhi. Le parole si dimenticano e il vento le porta via. Gli occhi rimangono per sempre».
Miranda le è sempre accanto?
«Si, mi ha dato cinque meravigliosi figli ed è una madre e moglie perfetta».
Suo padre è morto 8 anni fa: era diventato padre a oltre 90. Che influenza ha avuto su di lei?
«Mi manca. È stato un grande maestro di vita. Mi ha insegnato a essere una persona libera facendo quello che il cuore e la mente mi suggerivano».