La Polonia ai nazionalisti anti Ue
La Polonia cambia: vince la destra che vuole premier Beata Szydlo ( foto). Stravince Jaroslaw Kaczynski, l’uomo anti Ue che s’ispira all’Ungheria di Orbán.
Sinistra fuori dal Parlamento. La partita identitaria nella nuova Polonia si gioca tutta a destra. Tanto che le posizioni dei liberali di Piattaforma civica, di un conservatorismo sociale «spinto» secondo gli standard occidentali, qui sono considerate ai limiti del progressismo. Eredità storica di un’idea di nazione fondata su un nucleo di valori tradizionali e cattolicesimo militante difeso nei secoli dalle mire straniere e poi confluito nella resistenza non violenta alla dominazione sovietica. È l’anima di Solidarnosc, il sindacato di Lech Walesa che ha trovato una sintesi tra le componenti radicale e laico-moderata, sconfitto il regime e fornito la matrice delle forze democratiche che oggi si contendono la scena. Anche se nel 1995 i post comunisti hanno portato alla presidenza il pragmatico Aleksander Kwasniewski, dopo il 1989 la sinistra ha sempre scontato il difficile rapporto dei polacchi con i traumi del passato. Stavolta, per trovare la forza che divisi non hanno, i partiti rossi si erano uniti sotto la leadership della 40enne Barbara Nowacka. Non ce l’hanno fatta, né ce l’ha fatta il 36enne Adrian Zandberg guardato a vista come la giovane promessa della politica polacca. È la nuova generazione che sogna una sinistra senza complessi. E aspetta la prossima occasione.