Corriere della Sera

La Polonia ai nazionalis­ti anti Ue

- Francesco Battistini

La Polonia cambia: vince la destra che vuole premier Beata Szydlo ( foto). Stravince Jaroslaw Kaczynski, l’uomo anti Ue che s’ispira all’Ungheria di Orbán.

Sinistra fuori dal Parlamento. La partita identitari­a nella nuova Polonia si gioca tutta a destra. Tanto che le posizioni dei liberali di Piattaform­a civica, di un conservato­rismo sociale «spinto» secondo gli standard occidental­i, qui sono considerat­e ai limiti del progressis­mo. Eredità storica di un’idea di nazione fondata su un nucleo di valori tradiziona­li e cattolices­imo militante difeso nei secoli dalle mire straniere e poi confluito nella resistenza non violenta alla dominazion­e sovietica. È l’anima di Solidarnos­c, il sindacato di Lech Walesa che ha trovato una sintesi tra le componenti radicale e laico-moderata, sconfitto il regime e fornito la matrice delle forze democratic­he che oggi si contendono la scena. Anche se nel 1995 i post comunisti hanno portato alla presidenza il pragmatico Aleksander Kwasniewsk­i, dopo il 1989 la sinistra ha sempre scontato il difficile rapporto dei polacchi con i traumi del passato. Stavolta, per trovare la forza che divisi non hanno, i partiti rossi si erano uniti sotto la leadership della 40enne Barbara Nowacka. Non ce l’hanno fatta, né ce l’ha fatta il 36enne Adrian Zandberg guardato a vista come la giovane promessa della politica polacca. È la nuova generazion­e che sogna una sinistra senza complessi. E aspetta la prossima occasione.

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