Visto il Giappone? È il più bello all’Expo
La classifica dei Padiglioni tra i visitatori: in cucina vince l’Italia ma il Brasile diverte di più
Èl’Albero della Vita, 35 metri d’altezza e le fronde che richiamano il pavimento di piazza del Campidoglio a Roma, l’attrazione più amata di Expo. Per chi ha partecipato al sondaggio «Vota la tua Expo», lanciato da ViviMilano a #CasaCorriere. Il padiglione preferito è quello del Giappone. Il più divertente, del Brasile. L’Italia non ha rivali sulla cucina.
È il più fotografato, il più filmato. C’è chi lo applaude, chi si commuove, chi riprende tutto con lo smartphone e chi, in un impeto di patriottismo, si sgola al grido «Brava Italia!». L’Albero della Vita è l’attrazione più amata di Expo. O, almeno, lo è per chi ha partecipato al sondaggio «Vota la tua Expo», lanciato da ViviMilano a #CasaCorriere e online. Un questionario in cui indicare i padiglioni preferiti (dal più divertente al più bello, fino a quello più adatto ai bimbi), i cluster più interessanti, i cibi più apprezzati. Alla domanda «Il top di Expo per te è…» svetta lui.
Con i suoi 35 metri d’altezza e le fronde che richiamano il pavimento di piazza del Campidoglio a Roma. Con i giochi di acqua e di luci. Con le musiche di Jovanotti e della Traviata a scandire gli show. Con la folla che, naso all’insù e cellulare in mano, lo guarda rapita. L’Albero della Vita, ideato da Marco Balich e destinato a restare a far compagnia a Palazzo Italia nel dopo Expo, nella categoria «top» sbaraglia tutti. Soprattutto, come indicano tanti nel votarlo, per lo spettacolo della sera. Suggestivo ed emozionante.
Ma il sondaggio «Vota la tua Expo» dice anche altro. Senza pretendere di avere la completezza dell ’indagine di Coldiretti/Ixè sul bilancio di Expo che viene presentata oggi al Conference Centre, fotografa i gusti dei nostri lettori e di chi è passato da Casa Corriere. Il padiglione più bello (scenografico, spettacolare)? Il Giappone. Per chi è riuscito a vederlo dopo le mitologiche ore di coda, il delicato equilibrio di poesia e tecnologia vale evidentemente ogni minuto di attesa. Vincono la struttura in legno a incastro, gli ideogrammi che danzano, le miniature dei cibi giapponesi. E vincono le tecnoattrazioni: dalla cascata di luce fino alla risaia virtuale ricreata in una stanza e allo show del ristorante del futuro. Senza dimenticare il rituale del tè e i tanti eventi, legati alle prefetture, che si sono susseguiti nei mesi. Già, perché oltre a guardare, il bello è stato partecipare. E non stupisce quindi che le due categorie «padiglione più divertente» e «più adatto ai bambini» se le aggiudichi il Brasile. La sua enorme rete sospesa è stata fin dall’inizio una delle attrazioni più amate. La camminata ondeggiante che sale, pian piano, fino ai sette metri di altezza, lascia tutti soddisfatti e aveva conquistato anche le figlie di Michelle Obama. Poco importa che dentro al padiglione ci sia poco altro da vedere: la rete (che andrà all’asta col resto dei componenti del padiglione) è un must. Come le quattro torri della Svizzera, che si ergono immuni alle critiche di non aver affrontato le questioni chiave di Expo. La struttura elvetica è infatti la numero uno nella categoria «Padiglione che ha centrato meglio il tema “Nutrire il pianeta”». Affascina e convince il suo provocatorio esperimento sociale: riempire quattro piani di bustine di caffè solubile, rondelle di mele disidratate, cubetti di sale e bicchieri d’acqua e lasciare che i visitatori si servano liberamente. Per capire, alla fine, se ci sono risorse per tutti o meno: «Ce n’è per tutti?» è infatti il tema scelto dagli svizzeri. La risposta in parte è già arrivata: a sei giorni dalla fine di Expo, acqua e mele sono esaurite da un pezzo, di caffè ne resta il 57% e il sale è a quota 47%.
Tra i cluster, gli spazi dove più Paesi si sono uniti per raccontare un prodotto o un’area geografica, il più amato è quello dedicato a cacao e cioccolato, che con il suo profumo costante e gli show cooking deve avere conquistato i golosi. Perché, non dimentichiamolo, nell’Expo del cibo si mangia, e tanto. E tra le specialità di tutto il mondo a disposizione sul lungo decumano, dagli hamburger di coccodrillo dello Zimbabwe alle raffinate ricette fermentate della Corea del Sud, fino ai sapori etnici del cluster Biomediterraneo, qual è la cucina più votata? La nostra. Dal risotto di Oldani alle specialità regionali di Eataly, dagli chef stellati di Identità Expo alla pizza cotta alla perfezione nei forni a legna «ambulanti», l’Italia resta per tutti la numero uno. Una sorpresa? Mica tanto…