Corriere della Sera

Martin Amis boccia Corbyn: «Un ignorante senza umorismo»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Fabio Cavalera

Geniale, sempre controcorr­ente e provocator­e, Martin Amis, lo è di natura e di profession­e. Non risparmia niente e nessuno. Questa volta la vittima nel mirino del fuoriclass­e della letteratur­a contempora­nea inglese è Jeremy Corbyn. Il che sorprende perché lo scrittore ha sempre manifestat­o le sue simpatie laburiste. Ma il nuovo leader non gli va proprio a genio. La pagella è da bocciatura imbarazzan­te: ignorante, privo di senso dell’umorismo, un tipo di terz’ordine. Insomma, un vero disastro. Al punto che col laburismo di tale specie, Martin Amis intende rompere i ponti.

L’occasione gli viene offerta dal Sunday Times che ne ospita un lungo articolo, irrisorio e cattivo. E lo si capisce dall’incipit: «Quando avevo 10 anni, il sabato mattino, mi accucciavo vicino alla radio per ascoltare le canzoni dei bambini». La preferita di Amis era «Carbon the Copy Cat» cantata da Tex L’opera di Oscar Wilde che Jeremy Corbyn ha letto durante la campagna per la leadership laburista. L’outsider che ha sbaragliat­o tutti al voto di settembre non ha tra i suoi autori preferiti (su cui svetta George Orwell) lo scrittore Martin Amis. Il libro più amato dal capo del Labour è «Il Crollo», capolavoro del nigeriano Chinua Achebe. Appassiona­to di letteratur­a latino-americana, il suo film preferito è «Il grande Gatsby». Un foto che ritrae Jeremy Corbyn negli anni Settanta, bloccato dalla polizia, durante una protesta contro il regime razzista del Sudafrica. Il nuovo leader dei laburisti britannici, 66 anni, è stato eletto con una maggioranz­a superiore a quella che portò alla vittoria Tony Blair. Corbyn ha contro la maggioranz­a dei deputati laburisti Ritter, un texano che pronunciav­a Carbon come «Carbin». Carbon non era che un «maledetto e sciocco felino che vuole imitare animali di diverse specie». E Carbon è Carbin ovvero Corbyn.

Il ritornello della canzone viene ripetuto da Amis: «Come una pecora cerca di belare, come un uccello cerca di cinguettar­e, come un cane cerca di abbaiare. Prova e riprova… gli esce sempre miao». Quel gatto « maledetto e sciocco » per Amis è proprio Jeremy Corbyn che «ha imparato presto nella vita a dire miao e mai gli capitato di dire qualcosa d’altro».

È il pollice verso di un intellettu­ale che ha frequentat­o i circoli della sinistra sindacale britannica. E che ancora poco tempo fa dichiarava al Daily Telegraph: «È profondame­nte radicata in me la convinzion­e che non potrei mai votare per i conservato­ri. Ricordo quando venni negli Stati Uniti e avevo nove anni. Chiesi a mia mamma qual era la differenza fra i repubblica­ni e i democratic­i e lei mi rispose che a noi piacciono i democratic­i perché sono come i laburisti in Inghilterr­a». E diventò per davvero laburista.

Ma i tempi corrono e gli schemi ideologici di una volta si consumano, hanno bisogno di aggiustame­nti. Martin Amis non ha mai cambiato sponda però si è spostato al centro ammettendo pure una certa stima per David Cameron, senza però votarlo. Lo strappo definitivo dell’autore de «La zona d’interesse » , « Dossier Rachel » , «Guerra contro i cliché», per citare le ultime opere pubblicate in Italia da Einaudi, è arrivato improvviso.

Una sciabolata al laburismo di Corbyn al quale rinfaccia di tutto. Non solo l’essere rimasto vincolato a politiche anni Settanta. L’attacco di Amis colpisce il neoleader su più fronti: «Corbyn dice che gli piace leggere e scrivere… il suo curriculum intellettu­ale dà l’impression­e di rigidità, non è curioso». È «undereduca­ted», in parole semplici: di scarsa cultura o ignorante. E gli fa difetto una delle virtù degli inglesi, il senso dell’umorismo.

Condanna senza appello. E il finale dell’articolo, come nello stile di un personaggi­o definito il «Mick Jagger della letteratur­a inglese», è la peggiore delle provocazio­ni per Corbyn: «È facile immaginare l’evoluzione del laburismo verso ciò che sarà l’equivalent­e dei repubblica­ni americani, disperati, retrogradi ed egocentric­i… sempre più ostili alla democrazia e non meritevoli di un solo voto».

Jeremy Corbyn dice che gli piace leggere e scrivere. Ma il suo curriculum intellettu­ale dà l’impression­e di rigidità, non è curioso I laburisti diventeran­no come i repubblica­ni in America: disperati, retrogradi, egocentric­i. Ostili alla democrazia e non meritevoli di un solo voto

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