Corriere della Sera

Morire per dieci euro L’ultima notte di Marco ucciso a diciott’anni

Catanzaro, dietro il delitto uno spinello non pagato L’omicida, amico della vittima, trovato in campagna

- Andrea Pasqualett­o

In un’Italia in cui vengono uccisi i coniugi Vincenzo e Mercedes Solano per un cellulare e qualche soldo, il benzinaio Nicola Lombardo per una discussion­e sul prezzo del gasolio, la pensionata Antonietta Mariani per 20 euro, anche al diciottenn­e Marco Gentile è toccata una morte sconcertan­te quanto il movente: uno spinello, circa 10 euro.

Marco doveva pagarlo, non l’ha fatto ed è stato punito da chi gliel’aveva venduto con sei coltellate che l’hanno lasciato agonizzant­e ai Giardini di San Leonardo, sotto gli occhi spaventati degli amici che hanno tentato invano di soccorrerl­o mentre tutto intorno si accendevan­o le luci della movida di Catanzaro. L’assassino non è un uomo oscuro, non è un killer profession­ista né un criminale occasional­e. Era stato denunciato per porto abusivo di coltello, questo sì, ma nulla di più. È un conoscente della vittima, un tempo anche amico, Nicolas Sia, 19 anni e una vita già difficile. Nicolas frequenta la stessa compagnia di Marco che non è una ‘ndrina o una banda di delinquent­i ma un gruppo di ragazzi che si ritrova ogni sera ai bordi del parco, alcuni studenti, altri disoccupat­i come Marco e Nicolas. Marco aveva una ragazza, giocava nella squadra di calcio a cinque del suo quartiere e come molti ragazzi aveva il vizio del fumo, spinelli. Vizio che in passato gli ha dato un piccolo problema con la giustizia, un precedente per detenzione di stupefacen­ti, la solita marijuana. La sua è una famiglia più o meno normale, dicono gli investigat­ori della Mobile: la madre cuoca, il padre con qualche lavoro saltuario.

Stesso discorso per Nicolas, anche se nel suo caso i genitori sono separati, la mamma è dipendente della Telecom, il padre ha un ingrosso di bibite. C’è però un grande dolore nella vita di Nicolas, la tragedia del fratello che si è suicidato per amore qualche anno fa. «Ho perso il primo figlio e ora sto per perdere anche il secondo», ha detto ieri la mamma all’avvocato Giancarlo Pittelli che difende il figlio e che parla di «labilità emotiva del ragazzo». La signora ha raccontato anche della La vittima Marco Gentile in una immagine tratta dal suo profilo Facebook. Anche la vittima aveva alle spalle una piccola denuncia per possesso di marijuana solitudine del figlio che sarebbe stata alimentata da alcuni episodi di bullismo e dell’aiuto di uno psicanalis­ta. «Stiamo cercando di verificare», ha precisato il vice capo della Mobile, Angelo Paduano.

Pochi i dubbi sulla dinamica dell’omicidio, anche perché ad assistere all’agguato c’erano ben quattro amici, tutti minorenni. «È arrivato di colpo e ha iniziato a colpirlo, fino a che non è caduto», hanno detto,

L’aggravante­di aver agito per motivi abietti o futili è prevista dall’articolo 61 del codice penale italiano. Sarà con ogni probabilit­à contestata a Nicolas Sia, accusato per il momento di omicidio volontario di Marco Gentile. Gli inquirenti stanno valutando anche la premeditaz­ione del delitto.

precisando che uno di loro ha provato a intervenir­e per fermare la furia di Nicolas ma si è beccato un fendente che fortunatam­ente gli ha strappato solo la felpa. Tre colpi al collo, uno allo sterno, uno alla spalla e uno alla mano. Erano le 18.40 di sabato e mentre Marco moriva per Nicolas iniziava una fuga impossibil­e, in motorino.

È andato prima a casa della madre, dove gli investigat­ori hanno trovato tracce di sangue fin dall’androne del palazzo. Poi dal padre, che abita dall’altra parte della città, a Marina Lido. Lì ha lasciato lo scooter e si è diretto a piedi nella vicina campagna. «L’abbiamo trovato sotto un albero, seduto». Era sporco del sangue del suo amico. L’hanno portato a casa. «Questo è il coltello», ha detto lui stesso aprendo un cassetto e indicando la lama che si trovava fra i vestiti. E non ha aggiunto altro. Nicolas è stato arrestato. Perché ha ucciso? «Una settimana fa aveva venduto la dose a Marco e lui non voleva pagarla e l’aveva anche preso un po’ in giro», dice l’investigat­ore. «Stiamo indagando sulle dinamiche relazional­i fra i due», aggiunge il procurator­e aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardier­i.

Comunque sia, futili motivi. Nicolas potrebbe aver ucciso per qualche parola di troppo che gli ha fatto perdere la ragione. Marco e Nicolas si frequentav­ano. Poi lo sfottò, il freno che salta e Nicolas che sferra sei coltellate. Se non l’avesse ucciso oggi potrebbero essere al bar dei Giardini a ridere insieme davanti a una birra.

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