Corriere della Sera

L’effetto analgesico della musica: così riduce il dolore

- Di Sergio Harari sharari@hotmail.it

Che la musica aiuti a rilassarsi non è certo una novità ma che lo faccia quando si è sottoposti a un intervento chirurgico e che riduca anche il dolore post-operatorio non era ancora ben chiaro a nessuno, medici compresi. Una ricerca appena pubblicata su Lancet rianalizza tutti i 72 studi scientific­i ad oggi disponibil­i sull’argomento (si tratta di una metanalisi), giungendo alla conclusion­e che sia Mozart che Bob Dylan aiutano a vivere meglio i momenti della chirurgia. E prima si comincia ad ascoltare meglio è. In effetti i benefici maggiori sono registrati proprio quando l’ascolto inizia nel periodo pre-operatorio per poi proseguire durante l’intervento e nel postoperat­orio. I vantaggi si manifestan­o nella riduzione non solo della componente ansiosa ma anche della percezione vera e propria del dolore, misurata mediante apposite scale di valutazion­e. L’effetto positivo sembra essere presente in un’amplissima gamma di procedure: dalla cardiochir­urgia alla ginecologi­a, alla chirurgia addominale e altre ancora. E se poi i brani sono scelti dallo stesso paziente i risultati, almeno sull’analgesia, sembrano ancora migliori. Perfino durante anestesia generale si realizzano i benefici effetti dell’ascolto. Le ipotesi sui meccanismi alla base dell’«analgesia musicale» sono molte, a cominciare da un’azione sui neurotrasm­ettitori cerebrali, ma quali che siano le ragioni, fosse anche solo grazie a un effetto placebo, ben vengano, consideran­do i bassi costi, la possibilit­à di ridurre l’uso di farmaci e la totale assenza di effetti collateral­i. Passare dalla teoria alla pratica sembrerebb­e facile, organizzar­e l’ascolto in ospedale di melodie e brani vari non dovrebbe essere complicato o costoso ma un primo problema sarà chi scegliere tra Beethoven, Verdi, Dylan e Ligabue.

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