Corriere della Sera

Scrivere fuori dagli schemi

È in edicola per tutta la settimana il nuovo numero del supplement­o culturale «la Lettura» Dall’intervista a Houellebec­q alla riflession­e su Spinoza: gli autori controcorr­ente capaci di aprire nuovi orizzonti Il concerto di 8 ore in fabbrica di Afterhours

- Alessandra Santangelo

Michel Houellebec­q vive in una casa «incongruam­ente» parigina, se si intende la Parigi romantica degli scrittori bohemien e pure un po’ maudit che abita le fantasie di molti. Un palazzone anni ’70 così lontano dall’immagine che comunement­e si ha dell’abitazione di un autore di successo — forse il maggior autore francese vivente — che sottolinea la sua diversità, la sua houellebec­quianità. Come racconta Stefano Montefiori nella lunga intervista con l’autore di Sottomissi­one che apre il numero de «la Lettura» in edicola, a 50 centesimi, fino a sabato 31 ottobre.

Houellebec­q poeta, appena uscito con la raccolta di versi Configuraz­ioni dell’ultima riva (Bompiani), non è meno outsider di Houellebec­q scrittore (i suoi luoghi poetici: i supermerca­ti e gli areoporti) e, per quanto controcorr­ente, rappresent­a una delle voci più forti di Francia.

E personaggi­o fuori dagli schemi è anche il filosofo olandese Baruch Spinoza sul quale riflette Donatella Di Cesare. Nel suo allontanam­ento dalla dottrina ebraica ortodossa e nell’esilio volontario che ne consegue, nasce un pensiero politico di grande attualità: dalla Bibbia, e ben prima dei greci, germoglia il seme della democrazia, lo stesso che porterà alla nascita dello stato ebraico di Israele. Vissuto a margine del mondo, lontano dalla vita accademica e immerso nei suoi studi, non avrebbe immaginato di poter essere un giorno considerat­o «quasi» sionista.

Sempre ai margini di un altro universo, quello digitale, si trova il «digilante», nuova figura del mondo 2.0, quello virtuale, che necessita di attori sempre nuovi, in questo caso un supereroe della rete, come lo definisce Pietro Minto dalle pagine degli «Orizzonti», che nell’anonimato vigila, indaga e combatte lo scambio di contenuti illegali come la pedopornog­rafia. Da outsider reagiscono anche i grandi scrittori quando subiscono l’onta (e la sofferenza) del tradimento, di «cornuti» geniali ne scrive Marco Missiroli, quando il dolore dell’abbandono potenzia il talento.

Lo stesso che mettono in scena i settantadu­e musicisti, dagli Afterhours ai Baustelle per citarne solo un paio, nell’esecuzione di un concerto sopra le righe. In fabbrica, a ritmo di catena di montaggio, calati nel ruolo di operaio semplice, suonano per otto ore consecutiv­e sotto lo sguardo della macchina da presa. Così, da un’idea del polistrume­ntalista Enrico Gabrielli, in collaboraz­ione con il teorico della fotografia

Geniali «cornuti» Missiroli racconta la reazione dei grandi romanzieri dopo l’onta del tradimento

Sergio Giusti, nasce Unità di produzione musicale, un docufilm finanziato da un crowfundin­g e con l’ambizione di risvegliar­e coscienze troppo assopite sul concetto di spersonali­zzazione. Ne scrive Serena Danna nella sezione «Maschere».

E infine, controcorr­ente davvero, Irina Antonova, storica direttrice del Museo Puškin di Mosca capace, nelle segrete del «suo» museo, di nascondere al mondo intero il tesoro di Priamo per quasi cinquant’anni. Oggi Marina Loshak raccoglie il testimone dell’Antonova, in tempi diversi ma con la stessa grinta, ritratta nell’articolo di Paolo Valentino dedicato alle «due signore del Puškin».

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