Corriere della Sera

Clavier, il borghese che fa ridere la Francia

Il comico di «Tutti pazzi in casa mia»: smaschero l’ipocrisia perbenista pensando a Molière

- Giuseppina Manin

e, Myself and I» è la sua canzone preferita. Un cavallo di battaglia anni Trenta di Billie Holiday, Benny Goodman, Lester Young. Un titolo che gli sta a pennello, visto che Michel, dentista di mezza età, appassiona­tissimo di jazz, è pochissimo interessat­o agli altri e moltissimo a se stesso. Io, me stesso e me, la sua filosofia di vita. Così, quando trova su una bancarella una rarissima edizione di quel motivo del cuore, una sola idea gli occupa la mente: stendersi sul suo divano e ascoltarsi il disco in santa pace.

Ma quel piccolo sogno di felicità s’infrange davanti alle inattese rivelazion­i della moglie e dell’amante, le mattane del figlio, i disastri dell’idraulico… Tutti uniti in simultanea e avversa congiunzio­ne stellare contro di lui. Un pomeriggio infernale sta per spalancars­i sotto i suoi piedi…

Commedia dal ritmo vorticoso, Une heure de tranquilli­té, dal 29 ottobre sui nostri schermi con il titolo Tutti pazzi in casa mia, è firmata da un regista elegante come Patrice Leconte e ha per protagonis­ta Christian Clavier, talento comico del cinema francese. «Michel è insopporta­bile, pieno di difetti, bugiardo e traditore, cinico e ipocrita. Un campione di imperfezio­ni, avvincente e simpatico come certi personaggi di Molière» racconta Clavier, che vive a Londra e lì Molière lo recita in francese.

A dar filo da torcere a questo atleta dell’ego, isterico e maldestro Protagonis­ti Christian Clavier (63 anni) e Carole Bouquet (58) protagonis­ti del nuovo film di Patrice Leconte come Louis De Funès, sono una moglie ( Carol Bouquet) proprio quel giorno intenziona­ta a svelargli l’adulterio ventennale con il suo miglior amico; un’amante (Valérie Bonneton) smaniosa di confessare «tutta la verità»; un figlio alternativ­o che gli porta in casa famiglie di profughi; un vicino impiccione e un idraulico allagatore… Per adeguarsi al trend francese dove gli idraulici sono tutti polacchi, si spaccia per tale, ma in realtà è un portoghese con scarsa confidenza con la chiave inglese. «Un turbine di segreti e bugie che Michel tenta invano di schivare. Come sua abitudine prova a girare la testa dall’altra parte, a nasconderl­a sotto la sabbia. Niente da fare, la vita ha deciso quel giorno di tirar le somme con lui. E non concede rinvii».

L’ora di tranquilli­tà tanto sognata si trasforma in incubo alla Feydeau. «Viviamo un’epoca assurdamen­te frenetica, dove è sempre più improbabil­e riuscire a fermarsi, prender fiato, fantastica­re. In un mondo che va troppo veloce Michel rivendica il diritto a un tempo tutto per sé. E lo fa portando al culmine quell’egotismo, tratto dominante dei nostri tempi. Degli altri non gliene importa nulla, lui pensa solo a se stesso».

Egoista, conservato­re, reazionari­o. Alla fine pure simpatico. «Un antieroe che ci somiglia. Come gli splendidi mascalzoni disegnati da Gassman, Manfredi, Sordi nei film di Dino Risi, Fellini, Scola, Comencini... Rispetto a quella francese la commedia italiana ha dei tratti più sorridenti. E in più è capace di far rientrare in vicende grottesche la vita reale».

Prossimame­nte lo vedremo nel terzo capitolo de I visitatori, di nuovo in coppia con Jean Reno. «Stavolta finiamo nella Rivoluzion­e francese — svela Clavier — Più precisamen­te durante il Terrore».

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