Corriere della Sera

Sale cinematogr­afiche: la situazione

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In merito all’articolo «In fuga dai cinema, i biglietti troppo cari. E ai giovani non piacciono i film italiani» di Valerio Cappelli ( Corriere, 18 ottobre), l’Anec — Associazio­ne nazionale esercenti cinema — sottolinea come, a differenza di quanto il titolo faccia pensare, il pubblico non sia affatto in fuga dalle sale. Quest’anno i biglietti venduti nei cinema sono infatti in sensibile crescita: dal primo gennaio al 18 ottobre le presenze nelle sale sono aumentate del 12,46% rispetto all’anno scorso. Per quanto riguarda il costo dei biglietti, seppure il titolo faccia riferiment­o a un parere legittimo del campione preso in esame per l’indagine «Rapporto Giovani», non posso che ricordare come i numeri dimostrino il contrario: il prezzo medio nel 2014 è stato pari a 6,02 euro, registrand­o una diminuzion­e dell’1,1% rispetto al 2013 e del 3% rispetto al 2012. Quello italiano è uno dei prezzi tra i più bassi in Europa. Inoltre, 15 anni fa, il biglietto

costava circa 13.000 lire, risultando quindi essere uno dei pochissimi beni che, invece di triplicare con l’introduzio­ne dell’euro, sia diminuito. Sul funerale delle sale — richiamato nell’articolo — chiarament­e gli esercenti non concordano, ma non concorda neanche il pubblico, che sempre più spesso, come riportano le cronache, è pronto a difendere i cinema di fronte al rischio di chiusura. Solo per citare i casi più recenti, le petizioni lanciate nei giorni scorsi a Milano a seguito dell’annunciata chiusura della multisala Apollo e del ridimensio­namento della multisala Odeon. Infine, sullo «scarso appeal» esercitato dai film italiani sui giovani, la ricerca evidenzia come circa il 34% di essi preferisca il prodotto nazionale. Una percentual­e rilevante che purtroppo non trova riscontro nella quota di mercato registrata quest’anno dal cinema italiano, scesa sotto il 18%. Segno evidente che la produzione italiana non è stata in grado di intercetta­re i gusti dei più giovani. Un problema questo che si ripercuote sulle sale, ma che può riguardare anche altre piattaform­e, e sul quale è indispensa­bile trovare con la produzione e gli autori nuove strade.

Luigi Cuciniello, presidente Anec

L’articolo è il resoconto di un’indagine dell’Ente dello Spettacolo. Un’indagine a campione sui giovani e il cinema. Come sottolinea­to nell’articolo, non ha pretese di scientific­ità, ma fa capire l’aria che tira. E, ripeto, l’articolo riferisce di quella indagine, e delle risposte che hanno dato i giovani interpella­ti. D’altra parte lo stesso presidente dei produttori Riccardo Tozzi nel suo intervento ha detto che il quadro è chiaro e allarmante.

Valerio Cappelli

Linguaggio dei politici

Sul Corriere del 23 ottobre un lettore si lamenta degli anglicismi usati dai politici per non farsi comprender­e. Ma l’«escamotage» è sempre esistito: ad esempio, negli anni 70, i leader dei partiti usavano rifugiarsi in formule astratte e latinismi. Piuttosto è preoccupan­te il fatto che, specie nei dibattiti televisivi, gli uomini (e anche le donne) che fanno politica non si risparmino le offese, salvo poi scusarsi o (ipocritame­nte) ritrattare.

Mauro Mai, Rieti

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