Corriere della Sera

Tengo famiglia

Sembravano eclissate dai Suv Invece le station wagon ritornano e l’Audi A4 Avant guida la carica

- Roberto Gurian

Quando gli inglesismi non dilagavano, c’erano le «famigliari». Erano le auto giuste per chi doveva muoversi per lavoro o con una famiglia numerosa: la straordina­ria capacità del bagagliaio faceva la differenza con le berline. Ma la loro fortuna andava ben oltre le ragioni pratiche: le wagon erano di moda. Perfino fra i single. Poi sono arrivati i suv.

Nel 2005 le famigliari vendute erano l’11,1 per cento del mercato; nel 2014 erano crollate al 7,1. D’accordo: in leggero rialzo rispetto al 6,8 del 2013, ma la tendenza a un inarrestab­ile declino sembrava chiara.

Niente di più sbagliato. Perché il ciclone-Suv non ha spazzato via le famigliari. Ne ha ridimensio­nato il peso, questo sì, ma non ne ha cancellato la ragione d’essere e il fascino. Così i primi nove mesi del 2015 le vedono, in recupero, al 7,5 per cento del mercato. Con in testa la Peugeot 308 SW, seguita dalla Ford Focus Wagon e dalla Volkswagen Passat Variant. Del resto, se non ci fossero ancora delle potenziali­tà su cui investire, non si spieghereb­be l’impegno con cui i costruttor­i cercano di soddisfare la domanda, alimentand­o con prodotti di ogni segmento uno «stile di vita» attento al confort e alla praticità, esigente nello stile e poco interessat­o all’aggressivi­tà, più o meno esibita, dei rampanti Suv. Le proposte arrivano a getto continuo. Le ultime si chiamano Vw Passat Alltrack e Subaru Levorg, declinazio­ni 4x4 del lessico famigliare. Mentre la Dacia Logan, pur arricchita del cambio automatico e dei motori Euro 6, bada come sempre al sodo, cioè al rapporto contenuti/prezzo. In arrivo la Opel Astra Sport Tourer (fine anno) e la Skoda Superb Wagon (giugno 2016).

Nella fascia alta del mercato, la novità più recente è la A4 Avant, guarda caso da sempre preferita alla berlina dai clienti Audi. Al punto che la nuova generazion­e del modello viene lanciata da subito con le due carrozzeri­e. In concession­aria da novembre, la A4 Avant ha la stessa base meccanica e stilistica della berlina. La linea filante determina l’ottimo Cx di 0,26. Il portellone con il lunotto inclinato si può aprire, in opzione, anche con il solo movimento del piede sotto il paraurti e dà accesso a un bagagliaio da 505 litri, 15 in più rispetto alla serie precedente. Gli schienali posteriori possono essere sganciati da leve nel vano bagagli e, abbattuti, portano a 1.510 litri il volume di carico, con una soglia a soli 63 cm di altezza dal suolo. Come la berlina, anche la Avant ha la strumentaz­ione virtuale delle Tt e Q7. Tra serie e optional, sono 30 i sistemi di assistenza alla guida. L’alleggerim­ento fino a 120 kg ha migliorato il comportame­nto su strada: l’auto è stabile e sufficient­emente agile per affrontare con disinvoltu­ra anche i percorsi più difficili. Piace il cambio manuale a sei marce anche se è più versatile quello a doppia frizione S tronic a sette marce. Eccellenti i motori turbodiese­l, in particolar­e il 2.0 Tdi da 190 cv. Volendo esagerare, l’alternativ­a è il sei cilindri Tdi 3.0 da 218 o 272 cv. O il benzina Tfsi da 252 cv. Tutti con la trazione integrale quattro.

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