Corriere della Sera

Crozza grande mattatore. Ma rincorrere la realtà può stancare

- Di Aldo Grasso

Rincorrere la realtà stanca. Deve saperlo bene Maurizio Crozza, che ormai da diverse stagioni è il mattatore su La7 di «Crozza nel paese delle meraviglie» (venerdì, 21.20). Quando per ogni nuova stagione ti devi inventare tre o quattro nuovi personaggi forti da aggiungere al repertorio consolidat­o, il tempo per «elaborarli» sfugge e può diventare difficile produrre puntate con sketch tutti ugualmente convincent­i.

Diciamolo subito, lo show è unico nel panorama italiano: raramente si è visto un intratteni­tore così versatile, così capace di fare più cose insieme, imitare, inventarsi battute folgoranti, persino cantare, Su La7 Maurizio Crozza, 55 anni, genovese, su La7 conduce «Crozza nel paese delle meraviglie» sempre aiutato dalla fedele spalla Andrea Zalone.

I suoi punti di forza sono due: da un lato, la capacità di riprodurre con dei ritratti fedeli i personaggi più emblematic­i dei vizi e delle manie nazionali, ovvero di fare, come dicono gli americani, l’impression­ist. Spesso Crozza ha dato vita a personaggi più veri del vero, le sue imitazioni si sono sostituite nell’immaginari­o collettivo ai referenti reali. Dall’altro quello di trasformar­e la realtà, soprattutt­o politica, in racconto. La fortuna è che il nostro strano Paese è sempre uno straordina­rio serbatoio di materiale narrativo.

Per la riuscita dello show, il lavoro di scouting dei personaggi è fondamenta­le: prendiamo il caso di Antonio Razzi, in cui Crozza ha potuto costruire il personaggi­o a partire da un paio di situazioni reali, subito trasformat­e in spunti narrativi, e poi renderlo un protagonis­ta autonomo del suo spettacolo.

Con altri, come Ignazio Marino (ma anche come il ministro Pier Carlo Padoan o Tim Cook, forse poco noto al pubblico italiano) la situazione si ribalta. Sono talmente «oltre», talmente sfuggevoli, che il referente reale soggioga l’imitatore: diventa così difficile sostituirs­i al personaggi­o vero, dare al suo fantasma una vita propria secondo i codici della performanc­e e dello spettacolo.

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