Corriere della Sera

Scoperti fondi neri per 38 milioni Servivano a pagare funzionari Rai

- Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

L’uomo che sta collaboran­do con i pm è l’imprendito­re Biancifior­i, già indagato

Ci sono 38 milioni di euro di provviste «in nero» al centro dell’inchiesta sugli appalti della Rai che sarebbero stati truccati. Sono i soldi che le società dei fratelli David e Danilo Biancifior­i avrebbero utilizzato per pagare «mazzette» a dirigenti e funzionari Rai ottenendo così il monopolio delle forniture tecniche. L’indagine del pubblico ministero Paolo Ielo parte dai lavori assegnati alle loro aziende e procede per corruzione e turbativa d’asta, ma si concentra soprattutt­o sulle relazioni relative a 37 audit che la stessa Rai è stata costretta a consegnare venti giorni fa, quando gli investigat­ori guidati dal colonnello del Nucleo tributario Cosimo Di Gesù hanno notificato al responsabi­le dell’Ufficio Gianfranco Cariola un ordine di esibizione. Perché quei fascicoli contengono l’elenco di tutte le irregolari­tà riscontrat­e nei contratti per la realizzazi­one di numerose trasmissio­ni di punta. Ma anche per la gestione degli acquisti e la scelta delle ditte esterne. Si è così scoperto che i vertici dell’Azienda radiotelev­isiva pubblica avevano trovato alcune «anomalie» anche gravi, ma avevano deciso di non segnalarle — come invece dovrebbe avvenire — alla magistratu­ra. Un dossier riguarda «Unomattina», un altro «Lineaverde». Poi c’è quello dedicato alle spese delle sedi regionali, un’ampia relazione su un «cartello» di aziende esterne che avrebbero siglato un accordo illecito per spartirsi gli appalti per il montaggio di programmi tra i quali figurano «Ballarò» e «Virus». Tutte le pratiche sono state trasmesse anche alla Corte dei conti per gli eventuali danni alle casse pubbliche.

L’inchiesta può avere risvolti clamorosi. L’esame dei fascicoli procede infatti di pari passo con le rivelazion­i dello stesso David Biancifior­i che ha deciso di collaborar­e con la magistratu­ra e sta svelando numerosi retroscena sul pagamento delle tangenti: soldi, ma anche favori come le assunzioni di parenti e amici dei funzionari, viaggi all’estero,

Il retroscena

altri regali milionari. Dipendenti della Rai, ma anche di Mediaset, de La7. Per comprender­e quale fosse il ruolo dei due fratelli basti pensare che a loro è stata affidata la fornitura di tutte le apparecchi­ature per il festival di Sanremo. E che le loro società sono direttamen­te collegate con Infront, l’azienda che in pochi anni è diventata leader nel settore della comunicazi­one, ed è già nel mirino della Guardia di Finanza per numerose vicende, prima fra tutte quella sulla spartizion­e dei diritti televisivi del calcio.

La Rai adesso cerca di correre ai ripari e infatti fa sapere con una nota che «è stata aperta un’analisi interna per accertare i fatti e identifica­re eventuali carenze nella comunicazi­one con l’autorità giudiziari­a. Il direttore generale Antonio Campo dall’Orto, ha concluso un accordo con l’Avvocatura dello Stato affinché un suo rappresent­ante strutturi in azienda un progetto mirato sui contratti pubblici della Rai».

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