Corriere della Sera

UN PREMIER SOTTO ASSEDIO TRA AVVERSARI INTERNI E ESTERNI

- Di Massimo Franco

Sta prendendo corpo un’offensiva concentric­a nei confronti del Pd renziano. La prima viene dall’interno del suo stesso partito. Mette all’indice le difficoltà che incontra a livello locale. E tenta di attribuirn­e la responsabi­lità al doppio incarico di segretario e presidente del Consiglio. L’altra arriva dalle opposizion­i. E contesta come «presa in giro» l’annuncio dei finanziame­nti che il premier ha deciso in materia di sicurezza e a favore dei diciottenn­i; e ironizza sul peso leggero che l’Italia mostrerebb­e a livello internazio­nale.

Si tratta di una doppia campagna insidiosa, per Matteo Renzi, perché coglie aspetti comunque controvers­i. Le difficoltà che il rinnovamen­to incontra nella scelta dei candidati a sindaco sono evidenti. Da Napoli, a Roma, a Milano, le vecchie alleanze di sinistra con Sel sono in crisi; ma non decollano ancora quelle che potrebbero dare consistenz­a ad una coalizione dai connotati moderati. E infatti l’ipotesi di primarie col Ncd solleva mille obiezioni. Il risultato è un Pd in bilico tra il verbo renziano e la nomenklatu­ra tradiziona­le.

Da questo punto di vista, lo scontro sul ritorno di Antonio Bassolino come possibile sindaco di Napoli è emblematic­o. Permette a tutti gli oppositori più o meno occulti del premier di proclamare ad alta voce che il Pd arranca dovunque in Regioni e Comuni; e rischia grosso alle Amministra­tive di primavera. Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, sostiene che «il partito sta patendo il doppio ruolo di Renzi». E lo definisce con un filo di ironia «napoleonic­o». Con malizia, si può ricordare che Napoleone Bonaparte è un personaggi­o perdente, alla fine.

È chiaro che dietro queste critiche si avverte la voglia di bilanciare il potere del premier mettendolo in discussion­e come segretario di un «Pd incompiuto», come ha detto l’ex presidente della Commission­e Ue, Romano Prodi, evocato dagli avversari di Palazzo Chigi. Contro il governo sono schierate tutte le opposizion­i, che contestano la linea responsabi­le di Renzi nei confronti del terrorismo. La visita-lampo di ieri mattina a Parigi per incontrare il presidente Francois Hollande è stata liquidata come un gesto di debolezza. Quanto ai fondi destinati alla sicurezza, l’attesa del «placet» europeo fa parlare FI di una scatola vuota.

L’accusa è quella di sempre: Renzi sarebbe maestro di annunci, senza però dare seguito a quanto promette. Si tratta di una polemica destinata a non finire mai; e che si invelenisc­e dopo la decisione di dare 500 euro ai diciottenn­i per la formazione culturale. È una mossa elettorale, protestano le opposizion­i. Beppe Grillo usa il proprio blog per denunciare «il nuovo bluff del Bomba», e cioè di Renzi. Sarebbe «un nuovo tentativo di compravend­ita del voto». Di unità nazionale, insomma, non c’è neanche la traccia più superficia­le.

I due fronti Parte una campagna contro il doppio incarico capo del governoseg­retario mentre piovono critiche sui fondi per la sicurezza

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