Corriere della Sera

Ghirri e Basilico: lo spazio è un romanzo (metafisico)

-

Colori nel grigio Un momento della rassegna «PoetItaly», che si è tenuta nel settembre del 2014 al Corviale, periferia di Roma dei monumenti del nostro quotidiano. Dunque riprende Berlino e Milano, Parigi e Mosca, Roma e Beirut, e proprio a Beirut eccolo scoprire il vuoto, la assenza, la distruzion­e, usando le sue intense, civili riprese che, a contrasto degli edifici trafitti, crollanti, sono ferme, bloccate, tese. Basilico dunque ha insegnato un modo di ripresa e insieme un modo di pensare la città, una città, la sua, sempre dominata dal vuoto: ogni città ripresa da lui è, si sarebbe detto un tempo, denunzia della nostra alienazion­e.

La storia di Luigi Ghirri è diversa. Lui, che con Giovanni Chiaramont­e e altri amici ha pensato un racconto e una mostra intitolata Viaggio in Italia (1984), ha rifiutato di identifica­re i monumenti come luoghi -simbolo delle città: il suo è un viaggio diverso da quello antico che raccontava­no Goethe, Stendhal e tanti altri. Ghirri ha puntato dunque sui margini, sugli spazi esclusi, sulle periferie urbane, sulle campagne dove trovi casolari, cascine, filari di alberi, luoghi dove comunque e sempre scopri le tracce di una presenza umana.

Magari un manifesto sdrucito su un muro; magari, dentro una vetrina, l’immagine di un cavallo più vera del vero; magari solo un’ombra che morde i bordi di un quadro antico con figure. Ghirri pone la fotografia al limite fra riproduzio­ne e realtà, Scorci Luigi Ghirri, Modena, 1982, Stampa cromogenic­a, Copyright Eredi di Luigi Ghirri. Courtesy Museo di Fotografia Contempora­nea così i suoi paesaggi sono anche quelli dei manifesti, e i suoi edifici sono anche quelli dell’«Italia in miniatura» a Rimini, torre di Pisa accanto al Colosseo, Mole antonellia­na accanto al Duomo di Milano. I paesaggi sono (di cartone), oppure sono immagini dei luoghi del banale: le case di serie nelle periferie, i tappeti con scritto salve, i nanetti nel giardino, i gerani alle finestre tutte uguali.

La sua è una foto ironica, sottile, una foto che muove dall’associazio­ne degli oggetti trovati, come in Dada e nel Surrealism­o, ma è anche scoperta del modo di vivere fuori dei centri urbani. Così ecco il racconto della Via Emilia, vita ai margini della grande strada; e quello della Campania, quello della Puglia, di Capri e tanti altri dove si scopre la dimensione del sublime, lo spazio sospeso, senza tempo, dei dipinti metafisici di de Chirico.

Ghirri e Basilico si sono inventati anche gli architetti. Ecco dunque le città senza tempo, in bianco e nero di Gabriele, e i frammenti del vivere, i margini scoperti da Ghirri. E poi ecco il denso dei volumi di Aldo Rossi che Ghirri ha saputo reinventar­e creandoli come modelli; e La Defense a Parigi, oppure i grattaciel­i di Mosca che Basilico critica con sottile cattiveria. Due grandi fotografi che hanno cambiato il nostro modo di pensare il territorio e l’architettu­ra.

Basilico ha a monte una lunga storia, quella dei grandi vedutisti. Ma quando racconta le città, lo fa senza le persone Ghirri ha puntato sui margini, sugli spazi esclusi, sulle periferie urbane, luoghi dove scopri le tracce di presenza umana

 ??  ??
 ??  ?? Formigine,
Formigine,

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy