Corriere della Sera

LA SVIZZERA E GLI ATTENTATI VANTAGGI DELLA NEUTRALITÀ

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Secondo il ministro Gentiloni, nessun Paese è immune dal terrore. Ne siamo proprio sicuri? Come mai la Svizzera non è mai stata attraversa­ta da una scia di sangue nei suoi confini, né tantomeno minacciata di esserlo? Forse perché non fregarsene nulla della libertà altrui è una scelta vincente? Forse perché non avere pretese da superpoten­za è una scelta giusta? Forse perchè concludere affari con potenziali nemici è una mossa intelligen­te? Sono occidental­i oppure no i valori della Svizzera?

Vito Matteo vito.matteo@hotmail.it

Caro Matteo,

Ivalori della Svizzera non sono meno occidental­i di quelli dei Paesi che la circondano, ma sono necessaria­mente interpreta­ti alla luce della grandi scelte politiche e istituzion­ali che il Paese ha fatto dopo la fine delle guerre napoleonic­he. La neutralità le impone molti obblighi, fra cui quello di restare al di fuori della mischia senza prendere partito per l’uno o per l’altro. La sua economia, fondata sulla industria e sul commercio, la spinge ad avere buoni rapporti con tutti i partner economici che possono contribuir­e al benessere della nazione. La sua collocazio­ne geografica la espone al rischio di un pericoloso isolamento e le suggerisce di muoversi sulla scena internazio­nale con grande prudenza. La democrazia diretta e il frequente ricorso ai referendum popolari costringon­o i suoi politici e cercare quella che gli svizzeri chiamano «concordanz­a», vale a dire una ragionevol­e intesa, fra partiti di colore molto diverso, per la soluzione di problemi che sembravano intrattabi­li.

Questo non significa che la Svizzera possa considerar­si immune dal rischio di attentati terroristi­ci. Ha una importante comunità straniera (più o meno il 25% della popolazion­e). Ha un partito xenofobo (l’Unione democratic­a di centro, in tedesco Schweizeri­sche Volksparte­i) che ha in Parlamento la maggioranz­a relativa. Negli ultimi tempi la Udc ha proposto e vinto una iniziativa popolare contro la costruzion­e dei minareti e un referendum contro il trattato bilaterale firmato con l’Unione Europea sulla libera circolazio­ne delle persone. L’esodo degli scorsi mesi ha risparmiat­o il suo territorio per due ragioni: il cuscinetto italiano, sulle sue frontiere meridional­i, che ha assorbito buona parte dell’immigrazio­ne provenient­e dal Mediterran­eo, e la scelta del percorso balcanico per i migranti provenient­i dalla Grecia.

Come ogni altro Paese europeo, anche la Svizzera, quindi, può essere bersaglio di attentati terroristi­ci; e sarei molto sorpreso se i servizi di sicurezza della Confederaz­ione non ne fossero consapevol­i. Negli scorsi mesi è stata scoperta una cellula terroristi­ca a Sciaffusa e il Procurator­e della Confederaz­ione ha recentemen­te dichiarato che nelle ultime settimane sono stati aperti quasi una dozzina di nuovi procedimen­ti contro «presunti simpatizza­nti di organizzaz­ioni islamiste». Ma la neutralità, probabilme­nte, rende la Svizzera meno nemica, agli occhi dell’Isis, di quanto siano i membri della Nato, la Russia, la Tunisia, l’Egitto e altri Paesi africani.

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