Corriere della Sera

Una lezione di stile da parte di Janet Yellen

- Di Massimo Gaggi

«Santo cielo, signora Yellen, basta coi tassi zero che defraudano i risparmiat­ori. Lei è una “liberal”, non può essere prigionier­a solo della logica finanziari­a dei banchieri centrali. La sera, quando torna a casa, si sieda a tavola e ne parli con suo marito, il premio Nobel per l’economia George Akerlof, uno che i consumator­i li rispetta». Abituata a subire critiche simili dai repubblica­ni che l’accusano di aver aiutato Obama con la sua politica «accomodant­e» del costo del denaro, il capo della Federal Reserve, Janet Yellen, è rimasta di sasso quando, qualche giorno fa, si è vista piovere sul tavolo la lettera aperta di un vecchio monumento della sinistra «liberal», Ralph Nader, che non solo l’attaccava con argomenti simili a quelli della destra conservatr­ice, ma la trattava da massaia incompeten­te, invitandol­a a farsi guidare dal ben più autorevole marito.

Divenuto celebre nel 1965 con un articolo, «Insicuri a ogni velocità», nel quale criticava le industrie Usa dell’auto per la loro scarsa attenzione alla sicurezza dei passeggeri, Nader è stato per mezzo secolo l’avvocato dei consumator­i americani, ma anche un politico prima democratic­o, poi verde, un leader ambientali­sta e un candidato che nel 2004 e nel 2008 ha provato a conquistar­e la Casa Bianca da indipenden­te. Ma oggi «insicuro a ogni velocità» potrebbe essere il titolo di questa sua infelice sortita: una lettera dal contenuto sessista (avrebbe mai chiesto a un banchiere centrale uomo di farsi suggerire la politica monetaria dalla moglie?), e anche concettual­mente sbagliata, certamente non degna di un leader progressis­ta. Tanto più che Akerlof, non solo non ha esperienza di banche centrali, ma nella sua attività accademica non si è mai occupato specificam­ente di politica monetaria.

Ci si poteva immaginare una Yellen chiusa in un indignato silenzio, e invece il capo della Fed ne è uscita alla grande con una risposta misurata ed elegante che è anche una lezione cristallin­a in materia di tassi, risparmio e sostegno all’economia. Janet ringrazia Nader come se nulla fosse, ignora lo sgarbato invito a farsi guidare dal marito, e spiega al paladino dei consumator­i che il risparmiat­ore non è un extraterre­stre: con tassi d’interesse più elevati, quello che avrebbe incassato in più dalla sua banca, l’avrebbe poi perso (e in misura ben più ampia) per la depression­e dell’economia che avrebbe penalizzat­o i livelli salariali, i fondi pensione, i suoi investimen­ti azionari e, magari, gli avrebbe fatto perdere il posto di lavoro.

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