Renzi ai presidi: il Natale a scuola non si cancella
Il premier: quel preside provoca o sbaglia. Il dirigente: sono pronto a lasciare l’incarico
Travoltodalle polemiche e dalle critiche dei genitori degli alunni musulmani e cattolici, Marco Parma — il dirigente dell’Istituto Garofani di Rozzano in provincia di Milano che ha deciso di celebrare il Natale in forma laica — è pronto a lasciare l’incarico (anche se limitatamente alla scuola primaria). Sulla questione interviene Renzi: «Il Natale è molto più importante di un preside in cerca di provocazioni. L’Italia intera, laici e cristiani, non rinuncerà mai al Natale. Con buona pace del preside di Rozzano. Confronto e dialogo non vuol dire affogare le identità in un politicamente corretto indistinto e scipito».
Alla fine, dopo che il preside è stato sommerso dalle polemiche, dopo che è stato criticato persino dai genitori dei suoi alunni, musulmani e cattolici, dopo che si è detto pronto a lasciare l’incarico — come conferma Delia Campanelli, direttore scolastico regionale lombardo —, alla fine ha sentito la necessità di intervenire anche il premier: «Il Natale è molto più importante di un preside in cerca di provocazioni. Se pensava di favorire integrazione e convivenza in questo modo, mi pare abbia sbagliato di grosso».
Insomma, la decisione di un preside di provincia rilancia il dibattito sulla nostra identità, sul modo di convivere con chi professa altre fedi, sul significato di integrazione. Dice Matteo Renzi al Corriere, senza mezze misure: «Confronto e dialogo non vuol dire affogare le identità in un politicamente corretto indistinto e scipito. L’Italia intera, laici e cristiani, non rinuncerà mai al Natale. Con buona pace del preside di Rozzano».
Lui, il preside, Marco Parma, 63 anni, dell’istituto Garofani a Rozzano, in provincia di Milano, si difende professando buone intenzioni. Ha deciso di cancellare le feste e i canti di Natale per non compromettere la sensibilità degli alunni di altre fedi.
L’Istituto comprensivo è frequentato da un migliaio di studenti, il 20% è di origine straniera. Dopo gli attentati di Parigi ha pensato che fosse meglio rinviare il concerto di Natale dei bimbi delle elementari al 21 gennaio, trasformandolo in concerto di inverno.
Laila Magar, 45 anni, egiziana di fede musulmana, abita a Rozzano da 7 anni, con il marito e i 4 figli. I due più piccoli, i gemelli Fatma e Yassin, hanno frequentato l’Istituto Garofani: «Ma a chi dà fastidio la festa di Natale? Forse al preside, di certo non alla comunità musul- mana. I miei figli hanno sempre partecipato alle feste di Natale a scuola, hanno cantato “Tu scendi dalle stelle” e gli altri canti tradizionali cattolici. Perché si vuole creare un problema che non esiste?». Suo marito, Mahmoud El Kheir, 67 anni: «Chi siamo noi musulmani per dire che cosa si può fare nella scuola italiana? Noi siamo ospiti in questo Paese. Mi auguro che l’opinione pubblica capisca che la decisione non arriva da una richiesta dei genitori musulmani».
Il preside si difende così: «Credo sia un passo avanti verso l’integrazione rispettare la sensibilità di chi ha altre culture o religioni. Questa è una scuola multietnica». Critiche sono arrivate dal Pd, da Matteo Salvini («dovrebbe semplicemente essere licenziato»), e da quasi tutti gli altri partiti.