Il Milan torna a correre grazie alla stella Niang
Due reti, una su rigore, un assist e altri lampi del francese che illumina il Milan La Samp maltrattata anche da Bonaventura e Luiz Adriano. La tabella Mihajlovic
La lunga sfida di Sinisa Mihajlovic comincia nel migliore dei modi. L’allenatore serbo voleva quattro vittorie da qui a Natale e la prima è già al sicuro in cassaforte. Nel segno di M’Baye Niang, 21 anni il 19 dicembre, talento purissimo suggerito da Oscar Damiani e diventato grande dopo sei mesi di apprendistato al Genoa. La nuova stella illumina San Siro: un assist e due gol, i primi con la maglia rossonera, conditi da una strana esultanza. La ciliegina su una torta buonissima e leggera.
Il Milan passeggia sui resti della Sampdoria, dominando in lungo e in largo sul piano del ritmo, della corsa, dell’organizzazione. Un tempo è sufficiente a chiudere il conto: Niang serve a Bonaventura il più ghiotto dei palloni e raddoppia su rigore. E a inizio ripresa chiude il conto approfittando di un regalo dello sciagurato Viviano. Gli ultimi gol, di Luiz Adriano e Eder su rigore servono soltanto per aggiornare il tabellino e per evitare a Montella di eguagliare la sconfitta peggiore nella sua giovane storia di allenatore.
È la notte del Milan. San Siro, che presenta i soliti squarci vuoti, si illumina. Mihajlovic sorride sornione, in fondo lo aveva detto. La vittoria vale triplo perché è una specie di ripartenza dopo il doloroso passo falso di Torino, allo Stadium contro la Juventus e al tempo stesso serve per la classifica e per allentare la delusione pericolosa di Berlusconi.
Il Diavolo per una notte è quinto, in piena zona europea e può sfruttare il calendario: domenica il Carpi in trasferta e poi Verona e Frosinone.
Mihajlovic gonfia il petto e si prende la rivincita contro Montella che era una possibilità per Galliani prima dell’avvento di Sinisa e forse lo è anche adesso, a fine stagione. Per la verità Vincenzino in questo momencontro to ha altri problemi. La Samp, alla terza sconfitta consecutiva, la seconda del nuovo corso, viene spazzata via. Anche se le colpe dell’allenatore, onestamente, ci sembrano ridotte. L’Aeroplanino chiede alla sua difesa di giocare alta, al centrocampo di palleggiare, al trequartista (Soriano) di muoversi leggero tra le linee. Ma niente funziona. Fernando, davanti alla difesa, perde palloni in continuazione; Regini affonda Niang, Mesbah viene travolto da Cerci e in attacco Muriel è imbarazzante.
La pochezza sampdoriana favorisce il compito del Diavolo. Ma è vero anche il contrario. Il Milan si cala in fretta dentro la partita con il nuovo abito, un 4-4-2 in cui Cerci e Bonaventura interpretano bene la doppia fase. Il migliore è l’imprendibile Niang, ma l’orchestra rossonera suona una musica piacevole. La miglior partita del Milan a San Siro, una specie di tiro al bersaglio lungo 90 minuti. Cerci segna in fuorigioco dopo una gran respinta di Viviano sul destro angolato di Bacca, ma dopo un quarto d’ora arriva il gol vero, realizzato da Bonaventura. La rete non scuote la Samp, anzi la manda ancora più in confusione tanto che Montella, deluso, chiede a Viviano di lanciare lungo nella speranza che le sue frecce possano inventarsi qualcosa. Ma è tutto inutile. L’encefalogramma è piatto. Il Milan invece continua ad attaccare: il rigore di De Silvestri su Bonaventura è netto, la conclusione di Niang precisa. Il 3-0 arriva a inizio ripresa, il 4-0 a un quarto d’ora dalla fine e anticipa il rigore di Eder (fallo di Poli sullo stesso brasiliano). Mihajlovic ritrova il Milan e pregusta un dicembre ricco di soddisfazioni. Montella, invece, forse già si chiede chi glielo ha fatto fare.
Bonaventura/1 Il modulo ci ha dato ordine e poi c’era la grinta giusta Bonaventura/ 2 Vogliamo il 3° posto entro Natale, si possono vincere tutte