Il libro del Corriere per comprendere il Califfato
Dalle colline brulle di Raqqa alle luminose strade di Parigi, dai corpetti esplosivi ai social network: nonostante debba affrontare una coalizione anti-terrorismo di 60 Paesi, l’Isis sta condizionando la geopolitica mondiale e le nostre vite, in una maniera che sembrava impensabile fino a poco tempo fa. Quello che era stato annunciato come il secolo dell’Asia sembra ruotare sempre più intorno alle nuove crisi del «vecchio» Mediterraneo, tra Medio Oriente ed Europa. In uno scacchiere dove si incrociano mire e interessi globali, conflitti improvvisi e tendenze di lungo periodo. In questo scenario, il Califfato gioca un ruolo che va ben oltre i suoi 30-40 mila miliziani armati, mentre i riflessi del conflitto siriano sono sempre più vicini (anche all’Italia) e ramificati: superano i confini della Ue, intaccano lo sviluppo in Africa (le alleanze jihadiste a sud del Sahara), complicano le tensioni tra Occidente e Russia, mettono in discussione (o magnificano?) le conquiste della libertà. Per muoversi all’interno di questo orizzonte mobile, occorre capire: illuminando senza enfasi le radici dei fenomeni, seguendone le scie. Un percorso che il Corriere affronta giorno per giorno, lungo il crinale della cronaca, e con strumenti ad hoc. Così è nato «Che cos’è l’Isis», volume che torna in edicola in versione aggiornata. Strumento per comprendere «l’ascesa del Califfato e le strategie per combatterlo». Le firme del Corriere affrontano i nodi (politica, religione, sicurezza) della sfida rappresentata dal cosiddetto Stato Islamico (e dai suoi amici): dalle origini alle implicazioni per la vita di tutti i giorni, dalle «armi» dei nuovi media alla fascinazione esercitata sui giovani che da ogni parte del mondo partono per diventare foreign fighters. Le vittime di Parigi, i «130 sorrisi» che la Francia celebra e piange, rendono più urgente l’esigenza di comprendere. Per isolare il male: non facendogli intorno terra bruciata, ma terra di cultura.