Il martire
Khaled al Asaad, archeologo, per 50 anni responsabile delle antichità di Palmira, in Siria, è stato decapitato da Isis il 19 agosto del 2015. Aveva 82 anni. Era stato arrestato un mese prima dell’esecuzione e sottoposto alle interrogazioni dei militanti sunniti radicali, la corrente ultra ortodossa dell’Islam. Per i fanatici iconoclasti, l’arte è blasfemia e i suoi paladini sono da punire
«Certo. Innanzitutto gli occhi del mondo si sono aperti sulla situazione del nostro patrimonio culturale. Poi molti archeologi hanno, in un certo senso, allargato i loro compiti: qui ormai molti non fanno più solo ricerca, ma si trasformano in detective. Però, purtroppo, quasi 300 siti archeologici sono stati danneggiati gravemente. Pensi che in alcuni posti vanno addirittura con le ruspe per scavare e per portare via oggetti dal valore enorme. Non possiamo controllare tutto».
Ha mai pensato di andarsene?
«Ho ricevuto proposte, viaggio molto (Maamoun è stato di recente a Roma, dove ha partecipato a una delle conversazioni legate alla mostra La forza delle rovine, ndr) ma non me ne vado. Ho una sorta di missione. Però il patrimonio è di tutti: non lasciateci soli».