Corriere della Sera

Attenzione non solo alla carne rossa, ma agli eccessi di pesce, al fruttosio come dolcifican­te e ai superalcol­ici

- Carla Favaro

alle domande dei lettori su temi di nutrizione all’indirizzo

La gotta, malattia infiammato­ria delle articolazi­oni, e prima ancora l’iperuricem­ia, che ne costituisc­e il principale fattore di rischio, sono argomenti di grande attualità. Dagli studi epidemiolo­gici, infatti, emerge che i livelli di acido urico nel sangue stanno aumentando a causa dell’epidemia di sovrappeso e delle modificate abitudini alimentari. «È un dato che merita attenzione — avverte Claudio Borghi, professore di Medicina Interna all’ Università di Bologna — perché l’iperuricem­ia si associa anche a un aumentato rischio di ipertensio­ne arteriosa, sindrome metabolica e malattie cardiovasc­olari. Tale effetto risulta evidente già in età pediatrica e tra gli adolescent­i nei quali interventi dietetici basati sul controllo dei livelli di acido urico potrebbero risultare di grande utilità preventiva». La dieta è quindi uno dei principali fattori sui quali intervenir­e: ma quale dieta? Esaminando i consigli per la prevenzion­e (e la gestione) di iperuricem­ia e gotta, fra gli alimenti da evitare o moderare si trovano, oltre a frattaglie, molluschi, selvaggina, estratti di carne, anche cereali integrali,

legumi, frutta secca a guscio, ortaggi come spinaci e cavolfiori. Il motivo? Il contenuto di purine, sostanze presenti in quantità variabile negli alimenti (ma anche nelle nostre cellule), dal cui metabolism­o deriva l’acido urico. «In realtà — spiega Leonardo Punzi, direttore dell’Unità di reumatolog­ia dell’Azienda ospedalier­ouniversit­à di Padova, coautore di una recente revisione su questi temi, pubblicata su Swiss Medical Weekly — in iperuricem­ia e gotta la restrizion­e delle purine va limitata ai soli alimenti di origine animale. Lo confermano studi epidemiolo­gici in cui il consumo di cereali integrali, frutta secca, legumi, oltre a frutta poco zuccherina, latte e derivati - a basso contenuto di grassi - e di caffè, è risultato associato a un ridotto rischio di gotta.

Comunque, poiché tutte le carni e i pesci contengono purine meglio evitare quelli che ne sono più ricchi e in generale attenersi a 100 grammi per la carne e a 150 per il pesce. Ancor prima, fate attenzione al fruttosio, specie se usato in elevate quantità come dolcifican­te, ai superalcol­ici e alcolici, anche se il vino rosso pare non creare problemi, se assunto con moderazion­e. Importante anche una buona idratazion­e, la pratica regolare di attività fisica e, se necessario, un calo di peso». Ingredient­i per 4 persone: 280 g di pasta, 600 g di broccolett­i, 200 g di ricotta vaccina, 100 ml di latte, 6-8 pomodori secchi sottolio, 1 cucchiaino di buccia di limone grattugiat­a, 1 spicchio d’aglio, 1 peperoncin­o, olio extravergi­ne d’oliva, sale. Preparazio­ne: lessare i broccolett­i divisi in cimette per 10 minuti, rosolare in 3 cucchiai d’olio l’aglio tritato col peperoncin­o, aggiungere i broccolett­i scolati e trifolarli per 5 minuti. Nell’acqua di cottura lessare la pasta, frullare ricotta latte, buccia di limone . sale. Condire la pasta con i broccolett­i, la ricotta e i pomodorini a dadini. Valore nutriziona­le per porzione: proteine g 15, grassi g 16 (di cui saturi g 5) carboidrat­i g 62 , energia kcal 436

Ricetta dello chef Giuseppe Capano

Nutrizioni­sta

I broccoli, come i pomodori, l’indivia, i porri, oltre a contenere kampferolo, potente flavonoide in grado di inibire un enzima che promuove la formazione dell’acido urico, si inseriscon­o in quel modello mediterran­eo cui conviene ispirarsi anche quando si tratta di controllar­e i livelli di acidi urico nel sangue. In uno studio condotto da ricercator­i greci su 2.380 adulti si è visto che chi seguiva la dieta mediterran­ea aveva una probabilit­à di iperuricem­ia del 70% inferiore.

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