Corriere della Sera

Demenze: lunghe attese e ancora pochi specialist­i

La situazione nei Centri censiti dall’Istituto Superiore di Sanità

- Maria Giovanna Faiella

no strumento utile per i pazienti, i loro familiari ma anche per gli operatori sanitari, che permette di accedere a informazio­ni, spesso carenti, sui servizi per i disturbi cognitivi e le demenze presenti sul territorio. All’elenco delle strutture pubbliche o convenzion­ate, censite dall’Istituto Superiore di Sanità, si può accedere dal sito dell’Osservator­io Demenze (www.demenze.it ).La ricerca può essere effettuata per tipo di servizio — Cdcd-Centri per la di 1 su 5. «Queste tre figure profession­ali dovrebbero essere presenti contempora­neamente in un centro deputato alla diagnosi di disturbi cognitivi e demenze — sottolinea Vanacore — . E dovrebbe esserci anche lo psicologo che, però, manca in 4 strutture su 10».

Riguardo ai Centri diurni poi, «quasi tutti offrono il servizio infermieri­stico — riferisce ancora il ricercator­e — . Ma solo in 1 centro su 2 ci sono i terapisti occupazion­ali - addetti cioè alla riabilitaz­ione delle funzioni cognitive - e gli assistenti sociali, che pure forniscono supporto ai pazienti e ai loro familiari».

Scarse, infine, le informazio­ni fornite dalle strutture residenzia­li: su 1.304 censite hanno risposto appena 269.

Di queste, solo 2 su 10 sono gestite direttamen­te dal servizio pubblico, le altre sono accreditat­e o in convenzion­e.

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