Demenze: lunghe attese e ancora pochi specialisti
La situazione nei Centri censiti dall’Istituto Superiore di Sanità
no strumento utile per i pazienti, i loro familiari ma anche per gli operatori sanitari, che permette di accedere a informazioni, spesso carenti, sui servizi per i disturbi cognitivi e le demenze presenti sul territorio. All’elenco delle strutture pubbliche o convenzionate, censite dall’Istituto Superiore di Sanità, si può accedere dal sito dell’Osservatorio Demenze (www.demenze.it ).La ricerca può essere effettuata per tipo di servizio — Cdcd-Centri per la di 1 su 5. «Queste tre figure professionali dovrebbero essere presenti contemporaneamente in un centro deputato alla diagnosi di disturbi cognitivi e demenze — sottolinea Vanacore — . E dovrebbe esserci anche lo psicologo che, però, manca in 4 strutture su 10».
Riguardo ai Centri diurni poi, «quasi tutti offrono il servizio infermieristico — riferisce ancora il ricercatore — . Ma solo in 1 centro su 2 ci sono i terapisti occupazionali - addetti cioè alla riabilitazione delle funzioni cognitive - e gli assistenti sociali, che pure forniscono supporto ai pazienti e ai loro familiari».
Scarse, infine, le informazioni fornite dalle strutture residenziali: su 1.304 censite hanno risposto appena 269.
Di queste, solo 2 su 10 sono gestite direttamente dal servizio pubblico, le altre sono accreditate o in convenzione.